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Sci alpino, ma non solo. Gli sport invernali sono molteplici: sci di fondo, hockey, slittino, curling. E poi ovviamente il pattinaggio, nelle sue diverse discipline – lo speed skating (pattinaggio di velocità), il figure skating (pattinaggio di figura) e lo short track – che si svolgono nell’ambito della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio, e sotto il controllo della Federazione Mondiale di pattinaggio ISU (International Skating Union).

Se è vero che la diffusione di questi sport varia a seconda delle aree geografiche di appartenenza, e che la possibilità di praticarli è influenzata dalle tradizioni locali, le quali determinano la presenza di adeguate offerte infrastrutturali, un ruolo importante è anche giocato da eventi internazionali come i Giochi Olimpici, che rendono popolari campioni e personaggi che fanno da volano per le diverse discipline.
Ne parliamo con Hugo Herrnhof, direttore sportivo di Speed Skating e Short Track della Federazione Mondiale di Pattinaggio ISU e coordinatore ISU delle squadre giovanili ai Giochi Olimpici, oltre che Consigliere della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio.

Nel 1994 ha vinto con la staffetta azzurra la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici invernali di Lillehammer; ha inoltre ottenuto 9 medaglie ai Campionati mondiali, tra le quali due d’oro. Durante i XX Giochi Olimpici Invernali è stato Sport Competition Manager per Speed Skating e Short Track del Comitato Organizzatore Torino 2006.

Il pattinaggio di velocità sul ghiaccio è uno sport che secondo lei ha una buona diffusione tra gli sportivi italiani?
Sicuramente attrae un gran numero di persone: è uno sport facile da imparare, lo si può praticare ormai in gran parte delle città italiane in alternativa ad altri sport invernali e non solo. Tuttavia, dedicarsi alle discipline del pattinaggio a livello agonistico e professionale è molto più difficile perché sono altamente tecniche, e occorre praticarle per molti anni prima di raggiungere alti livelli.

Quali sono le opportunità date a chi vuole praticare questo sport? Non sempre bisogna andare in montagna per pattinare...
Le infrastrutture dedicate agli sport del ghiaccio hanno la loro maggior concentrazione nel nord-est dell’Italia, in Trentino Alto Adige e Veneto. Oggi, tuttavia, grazie alla diffusione delle piste mobili, si può pattinare nelle piazze di molte città italiane, e diverse stazioni sciistiche le utilizzano per garantire delle alternative allo sci, soprattutto nelle ore pomeridiane e serali. Inoltre pattinare costa molto poco: non occorre neanche comprare i pattini, è sufficiente noleggiarli.

Uno sport che in ambito amatoriale sembra adatto a tutti: sulle piste di pattinaggio si vedono grandi e bambini che si divertono, anche quando il loro livello tecnico non è altissimo. Qual è invece la situazione per chi sceglie la pratica agonistica?
Il target del ghiaccio è estremamente ampio, e va dai bambini agli adulti senza distinzione. È difficile stimare il numero di amatori, ma è indubbio che nei fine settimana le piste sono sempre molto frequentate. Purtroppo, nonostante l’impegno della FISG - Federazione Italiana Sport del Ghiaccio - gli insegnanti degli sport del ghiaccio sono pochi, e anche per questo motivo l’avvicinamento allo sport agonistico incontra qualche difficoltà. Alcuni progetti con le scuole e alcune iniziative per attirare i giovani verso le discipline del ghiaccio sono organizzate in determinate zone del Nord Italia, ma sono necessari nuovi interventi, più specifici.

I grandi eventi che ha seguito personalmente, come per esempio le Olimpiadi Invernali di Torino 2006 o i Campionati europei, secondo lei hanno avvicinato il pubblico a queste discipline?
Per quanto riguarda il Piemonte, dopo il grande successo dei Giochi Olimpici di Torino 2006 è cresciuto, senza dubbio, l’interesse per il pattinaggio, soprattutto per quello di figura. I galà e gli spettacoli sul ghiaccio, oltre a far registrare regolarmente il tutto esaurito, hanno dato a tutto il mondo del ghiaccio grande visibilità, soprattutto attraverso la TV e i media in generale.

Secondo lei, per le realtà territoriali che ospitano questi grandi eventi sportivi legati al pattinaggio c’è una ricaduta in termini economici e d’immagine?
Oltre al pattinaggio di figura anche le altre specialità, lo speed skating e lo short track, hanno riscontrato molto successo durante i Giochi Olimpici. Ma non solo. Negli ultimi anni, infatti, sono stati organizzati in Piemonte una serie di eventi importanti, come le gare di Coppa del mondo di speed skating e short track e i Campionati del mondo, e il successo di pubblico è stato grande. Per questo motivo la federazione mondiale (ISU) continua ad avere interesse ad assegnare all’Italia grandi eventi: merito anche delle capacità organizzative e dell’esperienza, oltre che dell’interesse generale del pubblico.
Resta da sperare che i Comuni italiani e le aree turistiche, anche in questi momenti difficili, non perdano di vista l’importanza dello sport – non soltanto a livelli agonistici, ma per il senso di cultura sportiva in generale – e possano trovare modi di investire e attirare interesse. Sono infatti investimenti che spesso e volentieri trovano un ritorno economico e di immagine.

 

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