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costruzioni Doha Qatar

L'Italia dovrebbe copiare il Qatar per migliorare la propria offerta turistica, prima di subire la concorrenza di un Paese in rapida crescita


A sostenerlo è la giornalista Maria Latella sul Messaggero: "Noi abbiamo le spiagge. Il Colosseo. Il Vaticano. Venezia. Firenze. La costiera amalfitana. I templi di Agrigento. A Doha hanno un cantiere a cielo aperto. Eppure... Eppure comincia a diventare una meta turistica". Certo, riconosce Latella, i problemi e le criticità non mancano neanche in Qatar, dove, come ha denunciato il giornale britannico Guardian, gli immigrati che stanno costruendo "la nuova Doha" sono sottoposti a condizioni di lavoro al limite dell'accettabile.
Tuttavia, in Qatar l'industria turistica si sta attrezzando per affrontare al meglio i flussi e le esigenze dei nuovi viaggiatori, come si è visto anche nelle recenti feste pasquali: "In questa Pasqua, gli expat si ritrovano sulle spiagge di un paio di hotel a cinque stelle: sono manager, o piloti ex Alitalia passati a Qatar Airways, o ingegneri delle imprese di costruzioni". Immigrati "di lusso" che soggiornano in hotel di lusso che "organizzano un accurato servizio di accoglienza per le decine di piccoli ospiti. Non uno scivolo e un'altalena: veri giochi, baby sitter, spazi dedicati".
"Assicurarsi le famiglie con bambini consente all'hotel di raddoppiare (come minimo) i consumi della giornata. Garantire ai genitori che i figli si divertano, significa vederli tornare" afferma Latella. Ma il relax per famiglie non è la sola leva su cui sta puntando l'industria dell'ospitalità qatarina. "La chiave di quello che promette di essere un successo è il lusso accessibile" afferma infatti la giornalista "Puoi affittare l'ultimo modello di una berlina tedesca con autista a 100 euro al giorno. Cenare al ristorante siriano del souk con venti dollari a persona (alcol escluso: nel souk gli alcolici non sono ammessi), fare una sessione di yoga di buon livello o imparare a ballare la danza del ventre senza spendere una fortuna".
Latella lancia poi l'affondo: "qui anche il turista che voglia visitare un museo o ascoltare jazz al massimo livello trova un'offerta di sicuro interesse. Il sole è una garanzia e una settimana a cinque stelle costa meno di un week end lungo in un hotel italiano di medio livello".
"Capito perché il nostro turismo deve darsi una svegliata?" conclude la giornalista. Gli italiani ormai "con sei ore di aereo e la certezza di non trovare pioggia, stanno sperimentando mete che prima non erano nemmeno sul radar. Anche per il turismo tra poco avremo un competitor in più". A meno di imparare a copiare il meglio dal resto del mondo. Anche dal Qatar.

 

 

Noi abbiamo le spiagge. Il Colosseo. Il Vaticano. Venezia. Firenze. La costiera amalfitana. I templi di Agrigento. A Doha hanno un cantiere a cielo aperto. Eppure...Eppure comincia a diventare una meta turistica, nonostante il mare non sia quello delle Maldive e nonostante le critiche avanzate dall'amica (fino a un certo punto) Gran Bretagna. Il britannico Guardian ha rivelato le dure condizioni di lavoro cui sono sottoposti gli immigrati che stanno costruendo la nuova Doha.

Vi sono un sacco di immigrati, infatti: cingalesi, filippini, africani, indonesiani ma c'è anche una numerosa comunità di manager e professionisti occidentali, il che rende Doha più interessante e internazionale di tante nostre città: essendo il Qatar un posto dove tutti sperano di fare affari, calano qui dalla Norvegia e dall'Italia, dall'Australia e dalla Gran Bretagna e, come in tutto il Medio Oriente, ovviamente anche dal vicino Libano.

 

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Fonte foto: ameinfo.com

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