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Sette regioni unite per preparare, presentare e accompagnare la candidatura. Un percorso lungo e difficile, il cui completamento accrescerebbe il potenziale turistico dei territori attraversati

Le sfide si vincono facendo squadra e la squadra messa in campo affinchè la Via Francigena diventi parimonio mondiale UNESCO è di tutto rispetto. Da Canterbury in direzione Roma, lungo un itinerario medievale calpestato nei secoli da milioni di pellegrini cristiani, sono schierate Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio.

L’inserimento della Via Francigena nella World Heritage List accrescerebbe notevolmente il potenziale turistico dell’itinerario e dei territori che attraversa, offrendo la possibilità alle regioni di dare vita a progetti condivisi di promozione all’estero. Gli assessori alla cultura delle sette Regioni toccate dal millenario cammino si sono incontrati a Firenze per predisporre il protocollo per la candidatura all'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di cultura, l'Unesco appunto. La candidatura ufficiale deve essere promossa dal comitato italiano e consegnata entro il 30 settembre di ogni anno. Da quel momento scatta un lungo processo, fatto di scambi, di proposte e integrazioni che dureranno almeno tre anni.

La Regione Toscana è stata individuata come coordinatore della candidatura della fase preparatoria alla candidatura, con il coinvolgimento dell'Associzione Europea Vie Francigene e con un confronto costante con il Mibact.

Le sette regioni hanno aderito con entusiasmo, confermando il coinvolgimento dei Comuni attraversati e delle varie associazioni di camminatori. L’iniziativa – spiega l’Assessore alla Cultura della Valle d’Aosta, Emily Rini – è nata dall’esigenza di intraprendere congiuntamente le azioni necessarie a proporre la candidatura della porzione della Via Francigena che attraversa i nostri territori che rivestono per il Paese una rilevante importanza culturale e naturale”.
Le fa eco il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “L’Italia non ha miniere d’oro ma ha un patrimonio enorme fatto di borghi, tradizioni, cultura, enogastronomia. Una ricchezza immensa, che tutto il mondo cerca e ci invidia. Dobbiamo valorizzare il nostro patrimonio storico e naturalistico lungo le vie come opportunità di sviluppo e di crescita per le persone”.
Il prossimo appuntamento per la firma del protocollo è fissato il 4 marzo a San Miniato nell'ambito di un convegno di due giorni su "La Francigena e i cammini. L'impronta sostenibile della Toscana". Il cammino è lungo ma la strada da percorrere non spaventa.

 

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