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Come reagiscono gli italiani di fronte alla crisi e alla solitudine? Rafforzando la rete sociale e comunitaria. È quanto emerge da "Crisi: vivere insieme, vivere meglio", una ricerca condotta dal Censis e da Coldiretti.

Il rapporto restituisce un quadro abbastanza definito dell'importanza delle relazioni familiari e sociali degli italiani in tempi di crisi, considerato un vero valore economico in grado di migliorare la qualità della vita.

Se infatti ci sono 7,4 milioni di persone che vivono da sole (tre nuclei familiari su 10, un dato in aumento del 24% negli ultimi cinque anni), è importante sottolineare la rilevanza dei momenti di incontro e convivialità come mezzi per il miglioramento del benessere. Ben 23,6 milioni di italiani partecipano a eventi come le sagre, e ancor più alto (27,5 milioni, quasi un italiano su due) è il numero di coloro che si ritrovano con amici e familiari per grigliate e gite: il cibo resta dunque il più importante veicolo di socialità.

Ma è soprattutto la famiglia il fulcro delle relazioni affettive e di aiuto degli italiani, come dimostra la tendenza (non solo tra i giovani) alla coabitazione o alla vicinanza con le abitazioni dei propri familiari: il 54% degli italiani vive a un massimo di 30 minuti a piedi dall'abitazione di parenti stretti e il 64% da quella degli amici. L'accorpamento territoriale è considerabile dunque la più ricorrente risposta ai crescenti bisogni di tutela, un fenomeno determinante per la tenuta sociale dei territori nella crisi.

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