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Venerdì 18 maggio in Valpolicella si è svolta la Giornata SalvaTerra: un incontro tra mondi diversi con al centro il vino e il futuro. Dell’agroalimentare, dei territori italiani e di tutto il pianeta

“Il vino è il vero ambasciatore italiano nel mondo, e la creazione di valore è nel rispetto dei territori”. Basterebbe questa frase di Paolo Fontana per descrivere la cruciale importanza che un prodotto millenario come il vino riveste nel presente e soprattutto nel futuro del turismo e del marketing territoriale italiano (e non solo italiano).

Fontana, amministratore delegato di Tenute Salvaterra, è partito diversi mesi fa proprio da questa convinzione, maturata insieme a Marco Sabellico del Gambero Rosso, per dar vita alla “Giornata SalvaTerra”. Un evento, il primo del suo genere, che venerdì 18 maggio ha riunito in Valpolicella 16 grandi imprenditori, visionari, e personaggi che per le loro esperienze creative, aziendali e personali hanno dato vita a storie di successo che possono essere di esempio per il mondo del vino.

Sostenibilità sostenibile, tempo, etica, connessione ma anche coraggio e innovazione, e un patto per il Paesaggio del Vino: sono questi gli asset attorno cui disegnare lo sviluppo dei prossimi decenni per il settore enologico, ma in realtà sono le medesime linee guida che dovrebbe seguire chiunque lavori nell’incoming turistico del nostro Paese.
Gli interventi degli ospiti della Giornata, sapientemente guidati dalla giornalista di Repubblica Licia Granello e dal professor Giacomo Mojoli, sono stati infatti una vera miniera di idee e prospettive per chi, da qualunque punto di vista, si spende per la tutela dei territori e per un utilizzo consapevole e sostenibile delle risorse.

Come ha detto lo chef Massimo Bottura, “l’unione delle eccellenze possa far bene a tutto il sistema”, purché – per dirla sempre con Bottura – si affianchino prodotti ed etica e si ponga rimedio allo spreco di miliardi di tonnellate di cibo ogni anno. L’imprenditore Maurizio Riva, che con lo chef dell’Osteria Francescana ha animato il primo confronto, ha quindi sottolineato come sia necessario “inculcare il bello” negli italiani che hanno “perso l’etica della cura del prossimo”.

Dal punto di vista più strettamente economico, è stato poi illuminante il pensiero di Gunter Pauli, inventore della blue economy, che ha sottolineato come troppo spesso i prodotti “green” costino più di quelli “normali”. “Come se la sostenibilità fosse una cosa da ricchi, e non qualcosa in grado di generare valore” ha rimarcato Pauli.
Lo sviluppo economico di tutti i territori, quindi, DEVE essere sostenibile come ha affermato Fiorella Belpoggi dell’Istituto Ramazzini. Anche perché, per riprendere la metafora del meteorologo Luca Mercalli, attualmente il mondo “ha già 38 di febbre, e non possiamo più guarire ma solo provare a contenere la temperatura”.

Il futuro del vino è iniziato in Valpolicella

Il merito principale della Giornata SalvaTerra è stato dunque nella capacità di unire esperienze e punti di vista anche molto differenti, ma in grado di allearsi, di stringere un “patto” come quello che l’assessora toscana Anna Marson ha invocato per i paesaggi italiani. Un patto, un’adesione volontaria tra diversi soggetti che mettono in campo strategie condivise per un obiettivo comune, nel costante rispetto del territorio e delle persone. Se ci pensiamo, è proprio ciò che da sempre auspichiamo per la crescita del turismo italiano.

E a ben vedere, non avremmo saputo scegliere un “ambasciatore” migliore del vino per portare avanti la nostra… campagna.

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Nella foto, la cantina di Tenute Salvaterra a San Pietro in Cariano (VR)

 

 

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