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La cultura si fa digital: è arrivato CulturaItaliaOnline

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''La storia degli sperperi e delle ruberie dei fondi regionali destinati ai gruppi politici è solo la punta dell'iceberg. La verità è che il sistema regionale va ripensato''. Per Piero Gnudi, ministro degli Affari regionali, intervistato dal Messaggero, ''è ora di pensare a un diverso assetto del sistema delle autonomie, rivedendo la distribuzione dei poteri a 360 gradi con una diversa attribuzione delle competenze tra Stato e Regioni, in un'ottica più moderna di efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa''.

''Molti interventi strategici nel campo dell'energia, delle opere pubbliche e anche del turismo, che rientrano nella competenza esclusiva o concorrente delle Regioni, rimangono al palo'', evidenzia il ministro. 
 
Inoltre, ''il governo impugna una legge regionale ogni cinque, con un colossale ingolfamento della Corte Costituzionale''. Tutto questo, è l'analisi di Gnudi, ''è il sintomo di un malessere profondo''. 
Se sia il caso di ridurre il numero delle Regioni ''è presto per dirlo'', afferma il ministro, ''ma quando vedo che piccole aree del Paese di poche decine di migliaia di abitanti sono governate da Comuni, Province e Regione, non posso fare a meno di chiedermi a cosa serva tutto questo apparato''. 
Sui costi della politica, con stipendi e pensioni ''si è ampiamente esagerato. Stiamo cercando di intervenire con decisione e giovedì vedrete i primi risultati'', assicura Gnudi, secondo cui le Regioni ''devono finanziarsi con proprie tasse. Stop quindi alle addizionali Irpef o sulla benzina. La gente non capisce quanto costano le Regioni e la classe dirigente locale si deresponsabilizza''. 
 
A questo link è disponibile l'intervento del ministro Gnudi: "Il turismo, leva dello sviluppo"

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