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Caselle perde centomila passeggeri. Per gli esperti “si devono trovare nuove motivazioni per invogliare a volare verso il capoluogo piemontese”.

 

Centomila passeggeri in meno per Caselle, lo scalo torinese. Il quotidiano "La Stampa" ne parla oggi, con toni comprensibilmente preoccupati e preoccupanti. Perché Meridiana ha deciso ieri di cancellare, a partire dal 19 maggio, la tratta Torino-Roma, e perché questa cancellazione si va a sommare a diverse altre: da ottobre non ci sarà più il collegamento con Lisbona di Tap, e Air France cancellerà uno dei quattro voli giornalieri per Parigi (un gap che si somma alla cancellazione del collegamento con l'aeroporto di Beauvais da parte di Ryanair). Da ottobre anche Alitalia ridurrà il suo impegno su Caselle, eliminando il volo con Reggio Calabria, mentre Meridiana riduce o taglia anche i collegamenti con Napoli, Catania, Cagliari e Crotone.

Un calo vistoso e a più livelli per lo scalo torinese, che nei primi tre mesi del 2013 ha già perso 100.000 passeggeri rispetto al 2012, con un -10,1% che fa scattare l'allarme.

Valer Cantino, docente di Economia all'Università di Torino, non nasconde la sua preoccupazione: “È una limitazione all'offerta, a prescindere dalle offerte di mezzi alternativi come i treni ad alta velocità. Bisogna infatti comprendere che un aeroporto è una struttura fondamentale per costruire un'offerta attrattiva. Senza un valido aeroporto, un territorio perde un asset importante nel generare collegamenti e quindi la possibilità di rendere attraente un territorio. Si tratta di perdite notevoli nel settore business e in quello turistico, e quindi di una perdita anche dal punto di vista dell'occupazione”. Sul lavoro che c'è da fare per invertire la rotta, in ogni senso, il professor Cantino afferma: “Sì, vanno fatte le opportune rimostranze, ma la vera sfida adesso è lavorare per far crescere l'attrattività del sistema territoriale. Le aziende hanno il diritto di difendere la propria resa economica, e proprio per questo ora occorre impegnarsi per costruire un richiamo a questo territorio in grado di trasformare il valore culturale e turistico in un ritorno economico. In altre parole, i passeggeri devono trovare delle motivazioni per volare verso Torino, e se si creano queste motivazioni torneranno anche i collegamenti aerei”.

 

Anche Alessandro Comoletti, presidente di Federalberghi di Torino e provincia, mostra le proprie perplessità: “Non è certo una bella notizia. In un recente incontro con il sindaco Piero Fassino si parlava di rilancio per Caselle, con la nuova gestione di Sagat da parte di Winteler, invece questi dati preoccupano. Non tanto per la cancellazione dei voli Roma-Torino da parte di Meridiana: bisognerebbe comprendere quanti dei passeggeri in meno su quei voli sono stati assorbiti dai vari Frecciarossa e Italo, anche se questi treni hanno orari meno 'elastici', turisticamente parlando. Piuttosto, a destare le maggiori preoccupazioni sono i tagli di un volo al giorno per Parigi da parte di Air France o la cancellazione della tratta Torino-Lisbona da parte di Tap”.

Quanto alle strategie per il futuro, Comoletti spiega: “Bisognerà comprendere quali sono i voli da incentivare e soprattutto in quali mercati internazionali investire. Parlare adesso di una rivisitazione globale degli scali del Nord Italia è dura, anche se va detto che in generale in Italia ci sono troppi aeroporti, che disperdono le energie”. E conclude con una riflessione: “Diciamo che se ci fosse stato un boom di passeggeri le compagnie non avrebbero tolto i voli, quindi evidentemente il problema è nel traffico, non nei voli disponibili”.

 

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