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Il Conclave si è concluso, Jorge Mario Bergoglio è il nuovo papa, con il nuovo nome di Francesco. Negli occhi di centinaia di milioni di persone restano indelebili le immagini di una Piazza San Pietro colma di fedeli e curiosi, accorsi da tutto il mondo per testimoniare con la propria presenza l’universalità della Chiesa cattolica. Bandiere polacche, brasiliane, statunitensi, anche qualche vessillo argentino, oltre ai tanti tricolori italiani, sventolavano sotto la finestra da dove è uscito il neo-eletto Vescovo di Roma.

Ma al di là della portata intrinsecamente religiosa e spirituale, questo evento eccezionale è parte di un ampio discorso anche economico e sociale: il discorso sul turismo religioso e sulla sua portata.

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, nel mondo sono 300 milioni i viaggiatori che ogni anno si dedicano al turismo religioso: di questi 40 milioni in Italia. Nonostante un leggero calo nell’ultimo periodo, dovuto alla perdurante crisi economica, le ricadute economiche per questo particolare segmento religioso si attestano su un volume d’affari di 18 miliardi di euro annui e quattro miliardi e mezzo (un quarto del totale) sono quelli generati nel nostro Paese.

 

Per comprendere il fenomeno del turismo religioso, ne abbiamo parlato con l’ingegner Giampiero Momo, direttore
dell’Opera Diocesana Pellegrinaggi, un servizio di organizzazione e promozione di pellegrinaggi e itinerari turistico-religiosi – in Italia e all'estero – offerto dall’Arcidiocesi di Torino ai propri fedeli. L’ingegner Momo spiega che le più frequenti destinazioni italiane mete del turismo religioso sono “i Santuari Mariani, come quello di Loreto, San Giovanni Rotondo legato a Padre Pio e poi le terre di due Santi tradizionalmente molto amati dai fedeli, Assisi per San Francesco e Padova per Sant’Antonio. E ovviamente Roma, dove giungono pellegrini da tutto il mondo”.

Il giorno dopo l’elezione al soglio pontificio di Francesco è naturale chiedersi che tipo di impatto ha la nazionalità del Papa sugli arrivi di turisti a Roma e, in generale, in Italia. “Diciamo che l’impatto in tal senso è più legato alla figura del Papa, alla sua ‘mediaticità’ e anche, certo, al contesto religioso, culturale e politico del Paese di provenienza” spiega Giampiero Momo. “In tempi recenti ha sicuramente avuto un grande impatto in termini di visitatori Giovanni Paolo II, che, oltre a essere stato una figura di grande spicco ed empatia, proveniva da una nazione cattolica al 99%, la quale voleva segnare una svolta rispetto al precedente trascorso politico. E Papa Wojtyla rappresentava proprio questo, il cambiamento. Giovanni Paolo II è stato, inoltre, un grande simbolo per i giovani, cosa che ha sicuramente inciso positivamente nelle presenze a San Pietro durante gli anni del suo pontificato.

Il papa emerito Benedetto XVI, invece, è sempre stato un grande studioso, un teologo più che una figura mediatica. La Germania, poi, è un paese sì cristiano, ma poco cattolico e, pertanto, non si sono constatati numeri spropositati di tedeschi a Roma dal 2005 al 2013”.

Sul significato da attribuire all’elezione dell’argentino Bergoglio, Giampiero Momo spiega: “A prescindere dal grande significato di cambiamento, certamente sarà una nuova spinta per tutto il Sudamerica, da cui non mancheranno i pellegrini a Roma, e non solo dall’Argentina. Credo, anche, che questo porterà a una grande presenza di giovani argentini in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, che proprio quest’anno si terrà dal 23 al 28 luglio a Rio de Janeiro, in Brasile”.

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