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Sul sito di Forum PA, una società specializzata in relazioni pubbliche e comunicazione istituzionale, è stato pubblicato ieri un articolo dal titolo "Con i media sociali possiamo hackerare le città". L'autore è Michele D’Alena, che si occupa di processi di e-goverment e innovazione sociale utilizzando le tecnologie del web 2.0, e che attualmente fa parte del social media team del Comune di Bologna ed è consulente per la Camera di Commercio Italiana per la Germania e lo studio Giaccardi & Associati.

D'Alena scrive un'approfondita analisi delle potenzialità dei social media: potenzialità enormi, anche nel settore turistico, ma che ancora governi (locali e nazionali) e aziende non sanno maneggiare a dovere.

 

Ogni giorno, mediamente, 40.000 persone scelgono di affittare 1 delle 250.000 camere disponibili su Airbnb (fonte economist) scegliendo tra 30.000 città e 192 paesi: senza gerarchie e intermediazioni, il sistema vive grazie a dinamiche tipiche dei media sociali, tra peer to peer e reputazione. Di fronte a questo caso emblematico, possiamo pensare di organizzare lo sviluppo e la gestione dei territori con un’idea di cittadini passivi nel ricevere informazioni?

I media sono diventati sociali e con la democratizzazione dell’uso delle tecnologie della comunicazione ogni giorno avvengono milioni di conversazioni che generano un patrimonio di dati che ci permettono di ripensare la governance.

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