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Il direttore generale dell’Enit invoca la condivisione d’intenti di tutto il settore nei confronti del governo. E chiede la pronta attuazione del Piano Gnudi

 

“Fare lobby”, ovvero creare un gruppo di pressione in grado di determinare provvedimenti e azioni legislative per lo sviluppo del turismo. A rivendicare il dovere di lobbying è Andrea Babbi, il direttore generale dell’Enit, secondo il quale solo se “facciamo lobby tutti insieme al più presto” il turismo in Italia potrà finalmente essere considerato un’industria, da strutturare e soprattutto finanziare adeguatamente.

Chiediamo con forza che il piano strategico per il turismo sia adottato e soprattutto finanziato. Senza soldi non si fanno politiche per la promozione o per la crescita” ha dichiarato Babbi dalla Sardegna, sede dell’assemblea 2013 di Enit. “Dopo esser stato recepito dal ministero di Gnudi, oggi il piano è sul tavolo di Letta in attesa che questo governo lo approvi” ha proseguito, ponendo poi un interrogativo dirimente: “Quando saremo capaci di fare lobby per la filiera del turismo nelle macchine non solo politiche ma anche burocratiche del nostro Paese?”.

Manca un pensiero turistico nel nostro Paese” sostiene Babbi; “se ne parla, ma si dicono cose banali e scontate. La verità è che manca una vera lobby pro-turismo, e da qui deriva anche l'incapacità del sistema bancario di finanziare il comparto”.

Babbi non nasconde che la situazione di partenza non è dialetticamente agevole: “Abbiamo difficoltà a far capire cosa sia il turismo. A spiegarlo ai capi dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo”, ed è proprio da questa lacuna che, secondo il dg dell’Enit, “deriva anche l’incapacità del sistema bancario nell’aiutarci a fare impresa”. Per superare lo stallo, quindi, il modo migliore sarebbe che gli operatori del settore turistico e territoriale si unissero, facessero lobby (o sistema), insomma che facessero valere la forza di persuasione di un settore di cruciale rilevanza per l’economia nazionale.

 

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