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L’iniziativa CheWifi!, promossa dal gruppo Mediobanca, ha l’obiettivo di fornire la mappa di tutti gli hotspot gratuiti d’Italia, in favore di cittadini e turisti. Ma si scatena la polemica tra Wired e Chefuturo.it sui meriti del progetto

 

Ne hanno parlato tutti i giornali e i siti d’informazione, e soprattutto ne parlano moltissimi cittadini e viaggiatori: si chiama #CheWifi, ed è un’applicazione promossa da Chefuturo.it (il sito-blog edito da CheBanca!, del gruppo Mediobanca) per costruire un database in grado di tracciare e mappare tutti gli hotspot d’Italia. In altre parole, una mappa di tutti i punti con wifi libero e gratuito presenti sul territorio italiano.

Un’iniziativa sulla scia del cosiddetto “Decreto del Fare”, con cui (tra le altre cose) il governo ha stabilito di eliminare i vincoli di tracciabilità che fino a oggi hanno reso laborioso l’accesso a Internet tramite hotspot in maniera rapida e funzionale. L’iniziativa è stata ovviamente presentata da CheFuturo!, e al momento sono stati segnalati dagli utenti 24.000 hotspot, di cui 10.000 già verificati. Si tratta dunque di un progetto destinato a suscitare l’interesse di milioni di cittadini armati di smartphone o tablet, che grazie a CheWifi! potranno accedere a internet gratuitamente in giro per l’Italia. Cittadini, ma ancor di più i viaggiatori, non per forza italiani, che avranno accesso a guide online, informazioni e portali di ogni tipo in tempo reale.

Ma l’iniziativa di CheFuturo! ha scatenato una polemica giornalistica inaspettata. A innescarla è stato Massimo Russo, direttore della celebre rivista Wired. In una lettera pubblicata sul sito di Wired Italia, il direttore critica l’eccessivo entusiasmo con cui questa iniziativa è stata presentata sul quotidiano la Repubblica da Riccardo De Luna, ex direttore proprio di Wired e oggi direttore di CheFuturo!, e quindi tra i promotori dell’iniziativa per il database degli hotspot. “Mi addolora vedere che il quotidiano nel cui edificio ho trascorso con passione tanti anni della mia vita [...] sia incorso nell’infortunio di far scrivere tre pagine su un’iniziativa promozionale di un istituto di credito a un autorevole collaboratore che è anche consulente di quel medesimo istituto di credito” scrive Russo riferendosi al “conflitto d’interessi” di De Luna. Il direttore di Wired parla poi di un’analoga iniziativa del suo giornale, che sarebbe stata oscurata da CheWifi: “Mi sembra uno svarione di minima sintassi professionale tale da cancellare anche il fatto che il progetto sul wi-fi di cui scrivi è stato realizzato in fretta e furia per oscurare un’analoga (e più articolata) iniziativa di Wired partita lo scorso maggio, che verrà lanciata ai primi di agosto”.

Alle critiche mosse da Russo ha risposto nel giro di poche ore il diretto interessato, Riccardo De Luna, che sul sito di CheFuturo.it ha scritto al suo successore di Wired: “Chefuturo! non è ‘una iniziativa promozionale di un istituto di credito’ (Chebanca! In questo caso). Almeno non più di tutti gli altri giornali rispetto ai loro editori più o meno puri. Chefuturo! infatti è una testata giornalistica di cui sono direttore, che gode di qualche consenso per il lavoro svolto visto che qualche mese fa il Sole24ore l’ha scelto come miglior blog italiano” scrive De Luna. Che prosegue spiegando il senso dell’iniziativa da lui promossa: “non abbiamo costruito un database chiuso, proprietario, per farci sopra del business. Non lo abbiamo venduto agli sponsor, noi. Abbiamo costruito un database aperto secondo i migliori standard dell’opendata”. De Luna invita infine Russo a far crescere “tutti assieme” la mappatura del wifi free in Italia.

La polemica tra testate giornalistiche forse continuerà; quello che interessa di più i cittadini, tuttavia, è che proseguano anche tutte le iniziative volte a rendere Internet accessibile su tutto il territorio italiano. A beneficiarne, è indubbio, sarà anche il nostro turismo.

 

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