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Nessuna conseguenza negativa per le infrastrutture turistiche del Cile, colpito il 1° aprile da un terremoto di magnitudine 8.2 che ha provocato sei morti, centinaia di feriti e un allarme tsunami fortunatamente rientrato

 

La rassicurazione arriva direttamente dal ministero del Turismo e dall'agenzia nazionale Sernatur, secondo cui il 90% delle località turistiche del Paese sudamericano continuano a funzionare normalmente. Ieri il ministro dell'interno cileno, Rodrigo Penailillo, avva annunciato la revoca in tutto il Paese dell'allarme tsunami, lanciato subito dopo il sisma, quando le onde più alte si erano abbattute su Iquique, epicentro del terremoto, a circa 1.800 chilometri a nord di Santiago.
Al contempo, la Protezione civile cilena aveva garantito che "tutti gli aeroporti e le strade sono tornati operativi" dopo che il governo cileno aveva cautelativamente evacuato oltre 900.000 persone lungo i 3.000 chilometri di costa. Scampato il pericolo tsunami, dunque, il governo cileno ha rassicurato l'opinione pubblica internazionale sul fatto che Santiago, Valparaiso, San Pedro de Atacama, Bahia Inglesa, Caldera, La Serena e Valle del Elqui (le principali mete turistiche cilene) non hanno subito danni che pregiudichino il regolare svolgimento delle attività commerciali e turistiche.
E il governo ha informato che continuano a operare anche le destinazioni del Sud del Paese, come O'Higgins, Maule, Bio Bio, Araucania, Los Rios, Los Lagos e la Patagonia. Normale operatività anche per gli aeroporti nazionali, inclusi quelli vicini all'epicentro del sisma, mentre sono ancora da valutare le condizioni delle strade nella regione più a nord del Cile.

 

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Fonte foto: breakingnews.com

 

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