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Il ministro del Turismo egiziano si rivolge agli imprenditori italiani: "Investite da noi, farete bingo". Il Paese cerca di uscire dalla crisi iniziata nel 2011 e investe in sicurezza e infrastrutture

L'Egitto chiede aiuto agli italiani, in particolare agli imprenditori, per risollevare il turismo dalla crisi profonda in cui l'hanno gettato le rivoluzioni e i sommovimenti popolari degli ultimi anni. "Gli imprenditori italiani ci aiutino a lanciare la costa mediterranea come meta turistica e i loro guadagni saranno garantiti, faranno Bingo" promette Hisham Zaazou, ministro egiziano del Turismo.
Nel Mediterraneo, precisamente nei pressi di Alessandria o di el-Alamein, ha spiegato il ministro a un gruppo di giornalisti italiani riuniti al Cairo, ci sono "posti di mare incantevoli, solo a due ore e mezzo di volo dall'Italia. Si può visitare il Cairo, Alessandria o il deserto e intanto soggiornare al mare".
Zaazou "ricambierà la visita" venerdì prossimo: il 19 settembre infatti il ministro sarà a Roma per un incontro con gli operatori del settore turistico, nel corso del quale illustrerà il piano di investimenti per dotare la zona nord del paese di infrastrutture efficienti. "Ci sono già quattro aeroporti lungo mille chilometri e stiamo realizzando tremila nuovi chilometri di strade, che saranno pronti entro un anno" ha spiegato.
Tra i settori sui quali gli egiziani chiedono l'aiuto degli italiani c'è innanzitutto la ricettività, ancora molto bassa nella zona. Si parla di un numero irrisorio di camere, che in breve tempo il ministro Zaazou vorrebbe che arrivasse fino a 15.000. E poi ci saranno gli incentivi per le tratte aeree dirette dall'Italia verso gli aeroporti della zona.
Zaazou e l'Egitto non puntano solo sull'Italia: prossimamente sono previste visite in Germania e in Francia. Ma con l'Italia, peraltro momentaneamente presidente di turno dell'Ue, "abbiamo un rapporto speciale perché gli italiani hanno scoperto per primi località turistiche come Sharm el-Sheikh o Marsa Alam e ora puntiamo su di loro per il Mediterraneo".

I turisti italiani in Egitto sono stati i primi a raggiungere quota un milione in un anno. Ma dopo due rivoluzioni in tre anni e l'instabilità di regioni come quella del Sinai, i numeri in Egitto sono calati parecchio: nel 2010 più di 14,7 milioni di turisti internazionali, dopo la rivoluzione del 2011 scesi a 9,8 milioni, risaliti a 11,5 nel 2012 ma crollati nuovamente dopo la seconda rivoluzione di Piazza Tahrir nel luglio 2013. L'anno scorso gli arrivi hanno toccato il minimo storico, attestandosi a 9,5 milioni.
"I lavoratori qualificati del turismo continuano a diminuire soprattutto perché il flusso di turisti resta basso. Ma i lavoratori hanno deciso di dedicarsi ad altre occupazioni anche in conseguenza del diffondersi di idee radicali, contrarie all'occupazione nel turismo" ha spiegato Wagdi al-Kerdany, membro del comitato esecutivo della Federazione egiziana del Turismo, riferendosi alle conseguenze del fondamentalismo islamico.
Per quanto riguarda gli arrivi dall'Italia, sono scesi dal milione e cento del 2010 ai 500.000 dello scorso anno, e le nostre aziende che hanno investito in Egitto registrano circa 700 milioni di fatturato in meno, secondo Astoi-Confindustria Viaggi. Neanche il 2014 sembra incoraggiante: nel primo quadrimestre gli incassi egiziani del settore sono stati di 1,3 miliardi di dollari, con un calo del 43% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

"Io sto male quando vedo posti come Luxor senza turisti, considerando che l'intera economia della zona si regge proprio sul turismo" ha detto ancora Zaazou. "Ma con l'elezione del presidente Abdel Fattah al-Sisi si è aperta una nuova era. Stiamo lavorando bene, il Paese è più sicuro e già nelle località sul Mar Rosso i turisti cominciano a ritornare". Gli investimenti del nuovo governo egiziano in sicurezza, in effetti, sono ingenti. Ma continua a pesare lo sconsiglio a viaggiare in Egitto che molti Stati tuttora mantengono. "In considerazione del deterioramento della generale situazione di sicurezza registrato nel Paese, si rinnova la raccomandazione di evitare i viaggi non indispensabili in Egitto in località diverse dai resort situati a Sharm el-Sheik, sulla costa continentale del Mar Rosso, nelle aree turistiche dell'Alto Egitto e di quelle del Mar Mediterraneo" dice per esempio la Farnesina.

"Dico all'Italia e agli altri Paesi di parlare con lo Stato interessato prima di emettere uno sconsiglio. Stiamo prendendo tutte le misure necessarie per assicurare che il paese sia sotto controllo, soprattutto le zone turistiche, inclusa il Cairo. Se si vuole aiutare l'Egitto, è arrivato il momento di togliete questo sconsiglio" ha concluso Zaazou.

 

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