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TMek la nuova via per prevenzione e ricerca sulle malattie infettive nell’era del Coronavirus
La metà della popolazione mondiale è a rischio malaria: un problema che riguarda tutti noi

Gli effetti del Coronavirus su scala mondiale sono ancora oggi incalcolabili ed è difficile fare previsioni accurate delle strategie che i vari Paesi a basso, medio e alto reddito dovranno mettere in atto per contrastare gli effetti diretti e indiretti della pandemia. Sono sicuramente stati già evidenti i flussi in calo del turismo e le difficoltà che ne derivano. Solo in Italia nei tre principali mesi estivi si è verificato un calo senza precedenti, con 12,8 milioni di viaggiatori e 56 milioni di pernottamenti in meno rispetto all'estate 2019.
La pandemia inoltre potrà avere effetti di lungo termine su persone non affette da Covid. Ovvero, tutte quelle persone che sono state trattate negli ospedali durante il lockdown per motivi non relativi al covid. Queste persone potrebbero subire conseguenze peggiorative nel loro stato di salute. E a cascata questo avrà un impatto anche sull’economia del paese.
Quel che è certo è che la presenza della pandemia da Coronavirus su scala globale può mettere in difficolta Paesi in termini di budget a disposizione nei Ministeri della Salute, molto spesso sostenuti da fondi internazionali come la Global Fund, Bill e Melinda Gates Foundation e Gavi. La battaglia delle malattie infettive ne risentirà e tra queste anche la lotta contro la malaria che colpisce principalmente Paesi nel sud est asiatico, Paesi subsahariani e dell'America latina.
Proprio in questo contesto entrano in gioco la ricerca e l'importanza del rispetto di patti a lungo termine che sono stati presi tra enti governativi, sovranazionali e istituti di ricerca. Risulta cruciale non spostare, in modo sistematico, capitali già allocati per la ricerca contro la malaria a progetti per la ricerca contro il coronavirus perché gli effetti indiretti, non calcolati, potrebbero colpire duramente i paesi dove la malattia è ancora presente. I piani di ricerca devono essere fatti su scala globale e ogni continente ha il dovere di partecipare, abbandonando gli interessi regionalistici in tema di salute.
Una delle lezioni che abbiamo imparato tutti dalla pandemia è che ciò che accade in qualunque paese del mondo ci tocca da vicino. La ricerca sulle malattie infettive deve arrivare anche nelle nostre università italiane in maniera sistematica e i cittadini hanno il diritto di conoscere cosa accade nel mondo reale e nella ricerca. Solo in questo modo i cittadini saranno consapevoli di quello che succede in Zimbabwe così come in India e, come cittadini informati, potranno anche scegliere di sposare delle cause in modo libero perché sapranno di cosa si tratta e capiranno l'effetto che il loro contributo può avere sulla salute di tutti.

TMek: il progetto
Sperimentato per la prima volta in Camerun, nell’aprile 2019, con risultati decisamente promettenti TMek è un nuovo test diagnostico per la malaria, rapido e quantitativo, sviluppato al Politecnico di Milano, nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dal programma Polisocial Awards 2016. La malaria rimane un’infezione molto rilevante, visto che metà della popolazione mondiale è a rischio di contrarla e ogni anno si hanno circa 220 milioni di nuovi casi e oltre 400.000 morti, di cui il 90% in Africa.

Nella lotta contro questa malattia e non solo la diagnosi precoce è fondamentale, perciò l’Organizzazione Mondiale della Sanità continua a sollecitare lo sviluppo di nuovi test diagnostici rapidi, impiegabili in zona endemica. Come avviene la trasmissione? L’infezione è causata da un parassita, il plasmodio, che all’interno del corpo umano, invade i globuli rossi e prolifera distruggendo l’emoglobina e trasformandola in cristalli di emozoina.

A differenza degli altri test attualmente disponibili, TMek non si basa  su un meccanismo chimico bensì fisico, legato alla variazione delle proprietà magnetiche dei globuli rossi infetti che, a causa della presenza di emozoina, possono essere separati utilizzando un opportuno campo magnetico. TMek, quindi, utilizza un microchip nel quale sono realizzati dei micro-concentratori magnetici per attirare i globuli rossi infetti sopra a degli elettrodi che permettono la rivelazione e la quantificazione dei globuli infetti mediante una misura elettrica.

TMek è un progetto con finalità sociale ed è protetto con brevetti “sociali”, depositati ai fini di garantire un utilizzo etico di eventuali proventi derivanti dallo sfruttamento della proprietà intellettuale. Gli inventori hanno rinunciato ai loro diritti in favore del finanziamento di progetti di ricerca con finalità sociale.

Il crowfunding
Dopo il raggiungimento dei primi incoraggianti risultati, il team di ricerca ha pensato al futuro lanciando un crowdfunding per garantire uno sviluppo etico di TMek e creare uno strumento diagnostico unico nella lotta contro la malaria, realizzando anche i primi brevetti. La scelta è stata quella di depositare i brevetti in modalità cosiddetta “sociale” e questo ha significato una rinuncia personale da parte di tutti gli inventori alle royalty che verranno generate dai brevetti, le quali saranno reinvestite in progetti di ricerca con finalità sociali. Anche il Politecnico di Milano si è impegnato a utilizzare le royalties in questa direzione.

“Un modo per fare i conti con un finanziamento etico del progetto di ricerca è quello di passare attraverso un crowdfunding, che vuol dire un finanziamento condiviso che può portare ad una maturazione della tecnologia senza avere l’ingresso di un unico finanziatore preferenziale” spiega il team Tmek. “In questo momento c’è la possibilità di fare donazioni tramite il sito del Politecnico che ha una pagina “Dona-Polimi”. È di fatto un canale di responsabilità sociale, chiunque ritenga di voler sposare la filosofia di TMek che porti a risolvere un problema di questa finalità, può cercare di contribuire con quello che ritiene possibile”.

Anche Deloitte sta sostenendo TMek sia con l’aiuto dei professionisti di Officine Innovazione, la società del network che si occupa esclusivamente di temi di innovazione, sia tramite una campagna di crowdfunding interna supportata da Fondazione Deloitte il “Gift Matching Program”. Questo connubio è stato possibile grazie alla pluriennale collaborazione tra il Technology Transfer Office di Politecnico di Milano, PoliHub e Deloitte Italia che insieme, tra le varie iniziative, organizzano la Switch2Product, una call for ideas che mira alla valorizzazione delle idee tecnologiche di studenti, ricercatori e docenti che nell’edizione 2018 ha proprio visto TMek quale vincitore del premio Disruptive Innovation per la categoria MedTech.

Emanuele Franzoso

Emanuele Franzoso

Twitter @EFranzoso

 

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