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il muro di palermo

È stato abbattuto dai ragazzi dopo un paio di giorni il "Checkpoint Charlie" di Palermo. All'alba di domenica, dopo una notte di proteste, circa duemila giovani che sono soliti ritrovarsi lì hanno buttato giù parte del muro che il Comune di Palermo ha tirato su pochi giorni prima in piazza Garraffello, dividendo in due il famoso mercato della Vucciria, al fine di mettere in sicurezza la zona dopo il crollo di un palazzo.


Dopo il crollo della palazzina, gli operai inviati dal Comune, per scongiurare incidenti hanno bloccato gli ingressi alla strada. Prontamente, i giovani frequentatori dei locali della zona (alcuni dei quali dovranno rimanere chiusi) hanno ribattezzano i vicoli di via Argenteria e di via Chiavettieri, "Vucciria Est" e "Vucciria Ovest", con un cartello che richiama il Checkpoint Charlie di Berlino, quello di "You are leaving the American sector". Poi, dopo aver riempito il muro di scritte e disegni ironici (con il ritratto del sindaco Leoluca Orlando nelle vesti di generale sovietico), i giovani palermitani hanno voluto dimostrare il proprio dissenso scagliandosi e abbattendo il muro, come riporta il Corriere della Sera.
Alla Vucciria, inoltre, anche l'arte ha subito un duro colpo in questi giorni. Nelle operazioni che hanno portato alla costruzione del muro, infatti, è stata "smontata in appena 40 minuti dai vigili del fuoco" l'opera Banca Nazion, installazione dell'artista austriaco, ma trasferitosi a Palermo, Uwe Jäntsch. A darne la conferma è stata Costanza Lanza di Scalea, moglie dell'artista cui già nel 2006 era toccata simile sorte (una sua opera, che riproduceva una montagna di rifiuti, era stata portata via perché scambiata per dei rifiuti "veri"): "Alcuni ragazzi mi hanno raccontato che assistevano impotenti alle operazioni, urlando di fermarsi. Ma non c'è stata cura, l'opera è stata smontata e buttata sulla terrazza di Palazzo Mazzarino, causandone la rottura. Molte delle lettere sono state spezzate" ha detto al Giornale di Sicilia la moglie di Jäntsch, che in quel momento era in patria.
Ma da cosa è stata causata questa situazione, questo disagio che ha colpito il cuore pulsante (non a caso Banca Nazion era stata installata lì, in quel mercato che ha ispirato anche Guttuso) di Palermo? La situazione sempre più rischiosa del centro storico palermitano: secondo il Comune, infatti, lì vi sono 1300 edifici in cui occorrono interventi urgenti; di questi, gli edifici decisamente "pericolanti" sarebbero 329, mentre quelli che potrebbero crollare da un momento all'altro sono ben 228. "Ma hanno più di 7 mila palermitani come proprietari. Effetto di eredità indivise, liti familiari, abbandono, proprietà che così non valgono niente e per le quali non conviene nemmeno metterle in sicurezza" riporta ancora il Corriere. Responsabilità dei privati, ma anche delle istituzioni, visto che il palazzo crollato era in parte proprietà del Comune.
Il sindaco Leoluca Orlando, intervistato da Live Sicilia, ribatte alle accuse: "Si tratta di un caso nel quale le attività di messa in sicurezza degli immobili hanno subìto dei ritardi legati anche alla resistenza dei proprietari privati. Era previsto che questo immobile fosse utilizzato per l'edilizia residenziale, ma questo tipo di destinazione ha trovato l'opposizione della proprietà in sede legale. Si pone allora un tema di carattere generale, che abbiamo affrontato in giunta all'indomani del crollo: bisogna far partire un'operazione a tappeto di ordinanze di messa in sicurezza degli immobili pericolanti, attraverso la previsione dell'esecuzione delle opere in danno dei proprietari. Si è affermata in questi anni, da parte dei proprietari privati nel centro storico, la convinzione di poter lasciare che gli immobili si rovinassero, non valutando i rischi che questo può comportare". L'amministrazione ha quindi stabilito di correre ai ripari, e sulle corresponsabilità nel caso dell'edificio caduto Orlando afferma: "Ho chiesto al Segretario generale una relazione su quanto accaduto per accertare eventuali responsabilità".
Per quanto riguarda la fine dei lavori per mettere in sicurezza piazza Garraffello, e quindi togliere definitivamente il muro della discordia, Orlando non indica date precise, ma assicura: "L'assessore Agata Bazzi ha detto che sarà rimosso nell'arco di pochi giorni, appena sarà possibile svolgere in sicurezza i lavori di messa in sicurezza". E sulle preoccupazioni dei commercianti per i disagi di questi giorni, il primo cittadino di Palermo è netto: "È preferibile la chiusura per qualche giorno piuttosto che una strage".
Per la copertura economica della messa in sicurezza, infine, il sindaco chiarisce: "Con l'assessore Bazzi abbiamo convenuto di utilizzare in via prioritaria le risorse della legge regionale per la messa in sicurezza. Dodici milioni per mettere in sicurezza gli edifici non sono secondari".

 

 

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(Fonte foto: http://livesicilia.it/2014/02/09/il-muro-di-palermo_441509/)

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