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Giugno e l'inizio di luglio sono sotto i livelli dell'anno scorso per i flussi di vacanzieri in Salento. L'aumento degli stranieri non bilancia il calo interno. Ora si spera nella ripresa

La crisi economica, più che la fine di una moda, sembra essere la causa di un avvio stentato per il turismo in Salento nell'estate 2014. Gli operatori sperano nella ripresa per la fase più calda, tra metà luglio e agosto, ma al momento i numeri non sono certo incoraggianti. "C'è una leggera ripresa, d'altra parte siamo già a metà luglio" spiega infatti Raffaele De Santis, presidente di Federalberghi Lecce, alla Gazzetta del Mezzogiorno. "La nostra speranza è che dalla prossima settimana in poi, sino al 20 agosto, si recuperi quello che è mancato nel mese di giugno, dove si è registrata una flessione rispetto all'anno scorso" dichiara ancora De Santis, convinto che a pesare sia "anche un fattore meteorologico, perché fino ad ora, tranne alcuni giorni all'inizio di luglio, il tempo non è stato eccellente, con una variabilità spiccata".
"Al Nord ci sono piogge e allagamenti. L'invito è quello di venire al Sud per godersi un po' di sole, di mare e relax" esorta il presidente, costretto però dai fatti: "Certo, non possiamo dire che siamo al completo ma sicuramente c'è un buon avvio" dopo i numeri in calo di giugno e inizio luglio. "Rispetto allo scorso anno, in giugno si è avuto un calo di presenze, durato fino al 10 luglio. C'è chi ha avuto meno 'danni', c'è chi ha retto bene e qualcun altro che addirittura sembra aver lavorato di più. Ma questo, a volte, accade perché nel favorire l'occupazione delle camere si riducono i prezzi. Gli imprenditori turistici hanno dato fondo ad ogni tipo di idea e soluzione che non sanno più cosa proporre. Hanno offerto già il massimo, non vedo come si possa fare di più".
Il calo di presenze riguarda soprattutto i visitatori dal resto d'Italia, mentre va meglio quello dall'estero. L'imprenditore Andrea Montinari, titolare della catena Vestas Hotel, ricorda però che "bisogna tenere presente che i turisti italiani rappresentano circa l'ottanta per cento dei flussi complessivi. Si può arrivare anche al 25 per cento degli stranieri. Ma certamente non è un contributo decisivo per la tenuta del settore". E non è da escludere che, oltre alla crisi economica e al meteo, a influire negativamente siano state in parte anche le limitazioni all'accesso di 50 chilometri di coste salentine a causa dell'erosione delle falesie, nel mese di giugno, mentre in questi giorni sono state rimesse in sicurezza e riaperte ai turisti.

 

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