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Pubblico e privati insieme per far conoscere le peculiarità del territorio, con la collaborazione attiva degli abitanti. Un lavoro preparatorio durato tre anni

Il Pinerolese ha deciso di giocare tutte insieme le sue migliori carte turistiche ovvero castelli, bellezze artistiche e tradizioni culturali ed enogastronomiche puntando sul senso di appartenenza e sulla collaborazione dei suoi abitanti. L’obiettivo è far diventare il nuovo brand “Terre d’Acaia” riconoscibile e popolare quanto lo sono Langhe e Roero. A queste due esperienze piemontesi si richiama infatti il progetto che vuole coinvolgere tutti i 45 Comuni che rientrano nella zona.
Volontari, singoli cittadini, soggetti pubblici con in testa la Città metropolitana di Torino e operatori turistici sono chiamati alla realizzazione di progetti come il Museo virtuale del Principato d’Acaia. Le fasi salienti del progetto sono raccontate nel volume “Terre d’Acaia”, visioni e strategie per il “vero Piemonte”, edito da Marcovalerio a cura di Giancarlo Chiapello, distribuito gratuitamente in duemila copie, che in 130 pagine racconta bellezze artistiche, architettoniche e culturali ma anche quel melting pot di culture gastronomiche diverse che si fondono tra loro nel territorio pinerolese.
“Il riferimento ai Principi d’Acaia – spiega lo scrittore Giancarlo Chiapello – è il segno distintivo che unisce queste terre. Facendo di Pinerolo la loro capitale tra il 1284 e il 1419, i prìncipi diedero un grande impulso alle arti e alla cultura: su iniziativa di Ludovico di Savoia Acaia si arrivò alla fondazione dell’Università di Torino”.
Il Pinerolese è terra di grandi fortificazioni, come il Forte di Fenestrelle, l'opera difensiva più imponente al mondo dopo la Grande muraglia cinese, e di castelli che sono più numerosi di quelli della valle della Loira.
Per avvicinare un pubblico sempre più internazionale è in fase di costruzione il portale www.terredacaia.it, in italiano e in inglese. Il target è quella tipologia di viaggiatore che dopo aver visitato le grandi mete turistiche del nostro Paese non disdegna di approfondire la conoscenza con luoghi più periferici ma altrettanto ricchi di storia. Il percorso è avviato, le intenzioni sono ambiziose, non ultimo l’obiettivo Unesco che è già stato raggiunto dal modello Langhe.

 

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