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Nota per il celebre parco dei divertimenti, questa penisola nei pressi di Brooklin ha subito un lento degrado. Ma un imprenditore di Vicenza è il protagonista della rinascita

 

A Coney Island, New York, sono stati girati decine e decine di film: merito, soprattutto, dell'atmosfera suggestiva che questa penisola vicina a Brooklin regala ai suoi circa 60.000 abitanti e a turisti e passanti di ogni angolo del mondo, viaggiatori vicini e lontani che arrivano a Coney Island attirati dalle spiagge, e dalla ruota panoramica del celebre parco dei divertimenti.

Costruito nel 1895, il parco dei divertimenti di Coney Island fu chiamato "Luna", e da quel nome deriva l'espressione divenuta generica di "luna park". Con la Grande Depressione iniziò la crisi di questo parco dei divertimenti, che fu progressivamente abbandonato. Fino a tre anni fa, quando è iniziata la seconda vita del parco di Coney Island.

Protagonista della rinascita è un italiano: Alberto Zamperla, 62 anni, nato a Vicenza e trasferitosi in Nordamerica nel 1977.

Zamperla è un costruttore di giostre, e la sua azienda nel 2010 ha vinto l'appalto per la ricostruzione del parco. A New York, si sa, è tutto più grande, e il luna park non fa eccezione: basti pensare che ogni anno è in grado di attirare 850.000 visitatori.

Ma a Zamperla, orgoglioso delle sue origini italiane, il parco dei divertimenti non basta. Il suo progetto, adesso, è di creare stabilimenti balneari sulle spiagge, con ombrelloni e sedie sdraio che vadano incontro ai gusti degli abitanti di Manhattan.

Un'intero territorio che torna a vivere di turismo. Succede a New York, ma grazie a un italiano.

La storia di Alberto Zamperla è raccontata su La Stampa di oggi:

È un alpino di Vicenza ad aver riacceso le luci di Coney Island. Il parco divertimenti sul litorale di Brooklyn dal 2010 è stato ristrutturato grazie all’appalto vinto dall’azienda di Alberto Zamperla, classe 1951, che a fine mese metterà un ulteriore tassello nel mosaico accendendo l’illuminazione della rinnovata Parachute Jump sul «boardwalk» più amato della Costa atlantica.  

Ottocentocinquantamila visitatori l’anno e la riattivazione a tappe forzate dopo le inondazioni causate dall’uragano Sandy «sono risultati possibili grazie a una città che premia il lavoro duro e la qualità delle nostre giostre», ci dice Zamperla, arrivato nel 1977 in Nordamerica «inseguendo il sogno di mio padre, anch’egli costruttore di giostre, che aveva sempre amato l’America».

(Continua a leggere su La Stampa)

 

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