fbpx

Troppe sigle, troppe leggi, troppa burocrazia, troppi poteri decisionali: questi i mali principali del turismo secondo il Rapporto 2014 dell'associazione per la qualità delle politiche pubbliche Italiadecide, che ha lanciato al governo le sue proposte per la ripresa


L'Italia è al quinto posto dopo la Francia, gli Usa, la Cina e la Spagna nella classifica sui flussi del turismo. Come se non bastasse questo declino (dal primo al quinto posto), il nostro Paese è soltanto al 79esimo posto per la misura con cui il governo ritiene prioritaria l'industria turistica, mentre la Spagna è decima in classifica e la Francia 35esima. Complessivamente, la nostra capacità di accoglienza vale tra i 45 e i 50 milioni di turisti all'anno, contro i 57 della Spagna e gli 80 della Francia.
Questi i primi dati che emergono dal Rapporto 2014 "Il grand Tour del XXI secolo: l'Italia e i suoi territori" realizzato dall'associazione Italiadecide e illustrato oggi a Montecitorio dopo le anticipazioni dei giorni scorsi. Il Rapporto evidenzia dunque che l'attivo turistico, dopo aver toccato un massimo dell'1,2% del Pil nel 1995, si è progressivamente ridotto all'1,0% nel 2001 e allo 0,7 nel 2012. Tra il 2002 e il 2012, la quota di mercato a prezzi e cambi correnti dell'Italia sugli introiti turistici mondiali è scesa dal 5,5 al 3,7%, con una riduzione in termini percentuali di oltre il 30%.
E se con l'ingresso di nuovi rilevanti attori nel mercato del turismo internazionale (come la Cina e la Turchia), il ridimensionamento delle quote dei Paesi cosiddetti "incumbent" è parzialmente fisiologico, il peggiore andamento dell'Italia in termini di introiti turistici – secondo lo studio – è dovuto principalmente ad aspetti come la qualità dei servizi, la dotazione infrastrutturale, la sicurezza, l'accessibilità, le politiche settoriali e l'innovazione dei prodotti turistici: tutti fattori slegati dall'andamento complessivo dei prezzi.
In base al Rapporto di "Italiadecide", nel 2012 oltre 130 milioni di persone hanno attraversato i confini italiani. Di queste, più del 60% erano stranieri e il 55% ha effettuato almeno un pernottamento fuori dal proprio Paese di residenza. In totale, i turisti stranieri hanno speso in Italia oltre 32 miliardi di euro e gli italiani all'estero più di 20, generando così un saldo netto positivo nella bilancia turistica di 11,5 miliardi di euro. Numeri che producono, secondo le stime 2013 del World Travel Tourism Council, un valore aggiunto dell'industria turistica pari 63,9 miliardi di euro, circa il 4% del Pil. E prendendo in considerazione il valore aggiunto dell'intera economia turistica, cioè il settore allargato, questo valore arriva addirittura a 161 miliardi di euro, vale a dire il 10,2% del Pil. In rapporto al Prodotto interno lordo, il peso del turismo (misurato sommando le spese turistiche dall'estero e quelle domestiche) è diminuito dal 5,3% del 1998 al 4,9% nel 2008, dopo aver raggiunto un picco del 5,5% nel 2000 per effetto del Giubileo.
"Si deve cominciare dalla effettiva cooperazione tra i Ministeri, tra i livelli territoriali e tra tutti gli attori, come si è realizzata in Italia solo nei momenti di emergenza e di fronte a grandi scadenze. In questo senso, la scadenza rappresentata da Expo 2015 è una sorta di laboratorio" dichiara il Rapporto di Italiadecide. Secondo l'associazione, dunque, l'attribuzione della competenza al ministero dei Beni Culturali in materia di turismo costituisce un fatto positivo "perché supera la logica del turismo come attività produttiva a sé stante, prefigurando un'idea di turismo come strumento di governo del territorio".
Italiadecide indica quindi tre azioni proposte per rilanciare il settore sul territorio: interventi di pianificazione, con l'avvio di programmi di recupero edilizio e di rigenerazione urbana o il ripristino di un rapporto equilibrato tra città e campagna; ripensamento delle attività industriali verso più alti standard ambientali e tecnologici e rilancio di una agricoltura qualificata; interventi di promozione dell'identità dei luoghi. Per realizzare questi interventi, il Rapporto indica nell'innovazione tecnologica e in particolare nella digitalizzazione del patrimonio culturale e ambientale le condizioni fondamentali per una svolta decisiva che sappia far conoscere e rendere fruibile l'Italia.
Italiadecide suggerisce anche tre concorsi da lanciare durante il periodo dell'Expo 2015, da presentare all'interno del Padiglione Italia: il primo sul turismo formativo ed esperienziale, "Grand Tour del XXI secolo: da Goethe al business man"; il secondo su "Cultura qualità e web. Vince l'offerta territoriale integrata"; il terzo dal titolo "Dal palazzo al paesaggio all'albergo: chi qualifica è primo".

"Sul turismo c'è un lungo lavoro da fare. L'importante è che la politica creda in questa sfida. Va innanzitutto modificato il Titolo V della Costituzione e intanto voglio costringere tutte le Regioni a fare insieme promozione" ha detto il ministro del MiBACT, Dario Franceschini, nel corso del convegno di presentazione del Rapporto, confermando in questo senso le linee guida della Riforma del Senato del governo Renzi.
"Il Dipartimento del turismo è girato per troppo tempo tra vari ministeri e alla presidenza del Consiglio dei ministri" ha continuato Franceschini "e questo ha contribuito a indebolirlo. Va rivisto anche il tema dei privati, finora visti dall'opinione pubblica come sinonimo di sfruttamento: tra un mese verrà in Italia il ministro della Cultura francese e parleremo di mecenatismo. Voglio sfidare le grandi imprese italiane: basta con l'alibi che si vuole salvare il patrimonio italiano ma non si può farlo. E il marketing che funziona per le grandi mostre va fatto anche per i musei".

 

LEGGI ANCHE: La rivoluzione del turismo italiano: nella crisi, l’opportunità di tornare leader - Pietro Martinetti

 

Fonte foto

 

Questo sito utilizza cookie tecnici che ci consentono di migliorare il servizio per l'utenza. Per ulteriori informazioni leggi la nostra Cookie e Privacy Policy. Leggi di più