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L'eterno stato di emergenza dei beni culturali italiani, la carenza di risorse economiche e professionali, la mancanza di visione strategica: sono i temi denunciati da Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario alla Cultura, nel suo instant book "Con la cultura (non) si mangia? Quello che avrei voluto fare e non ho potuto e perché".


"Sedici casi di impotenza" li definisce Antonello Cherchi sul Sole 24 Ore, sedici problemi che hanno frenato e che continuano a frenare l'attività di quello che dovrebbe essere uno dei dicasteri di punta dell'Italia, e che invece "non è mai stato considerato un ministero primario né tantomeno strategico nonostante la volontà di alcuni ministri" come scrive Borletti Buitoni. Nominata sottosegretario di Massimo Bray nel governo Letta, è stata confermata dal neo ministro del Mibact Dario Franceschini: segno forse che, nonostante le difficoltà, Borletti Buitoni non ha perso le speranze.
"Dall'impossibilità di aumentare gli incentivi fiscali per i privati che vogliono aiutare la cultura a un'organizzazione più razionale delle biglietterie dei musei, dallo sviluppo della via Francigena ai parchi archeologici, dal volontariato culturale alla salvaguardia del territorio, passando per la semplificazione delle autorizzazioni paesaggistiche": queste le criticità emerse dal libro, o per meglio dire emerse dal lavoro "sul campo" e sul territorio italiano. Impegni, progetti e idee che avrebbero potuto, e tuttora potrebbero, risollevare il settore culturale (e turistico) italiano, ma che si sono scontrati con l'incomunicabilità tra amministratori locali e nazionali (leggasi Titolo V), con leggi e regolamenti poco chiari quando non dannosi, e, dice Cherchi sul Sole, con "l'atteggiamento di un ministero (quello dei Beni culturali) nato come strumento di tutela e ancora poco incline ad appassionarsi al discorso della valorizzazione", come dimostra il caso del decreto Valore Cultura, "presentato come una svolta e che invece conteneva solo «sporadiche novità sostanziali» o alla struttura che sovrintende al Grande progetto Pompei, «appesantita in modo evidente»."
Dopo la denuncia, e dopo la conferma nel suo incarico, a Borletti Buitoni spetta ora il delicato compito di continuare a provarci, di fare "quello che non ho potuto", e in generale di far sì che con la cultura italiana si mangi eccome: gli ingredienti ci sono tutti.

 

Si vive nell'emergenza, per cercare di far fronte alla carenza di risorse e uomini. Finora è sempre mancata una visione strategica e questo perché il ministero dei Beni culturali «non è mai stato considerato un ministero primario né tantomeno strategico nonostante la volontà di alcuni ministri». Si può partire da qui per trovare il filo conduttore dei mali della tutela e valorizzazione del patrimonio che il sottosegretario ai Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni, ha voluto indicare in un agile libretto dall'eloquente titolo "Con la cultura (non) si mangia? Quello che avrei voluto fare e non ho potuto e perché».

 

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