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Quanto vale la cultura nell’economia italiana? È una domanda ricorrente nel dibattito legato al marketing territoriale del nostro Paese, poiché dal “peso” della cultura nel Pil italiano dipendono progetti, idee e innovazioni per il futuro. Una recente indagine svolta da Unioncamere e Symbola ha dato una stima piuttosto precisa dell’importanza del comparto culturale sul Pil italiano: il 5,4% se si considera il sistema delle industrie culturali e creative in senso stretto; il 15% se invece si dà una definizione estensiva del sistema delle filiere culturali e creative.

Negli scorsi giorni, inoltre, Unioncamere Piemonte, Camera di commercio di Torino, Finpiemonte e Compagnia di San Paolo hanno realizzato il 1° report sull’impatto economico della cultura nella Regione, “La cultura che stimiamo. Stimiamo la cultura”. Da questo report emerge un dato di grande rilevanza per l’economia regionale piemontese: si attesta infatti al 5,8% la percentuale del Pil piemontese generato dall’industria culturale. Un’industria che impiega circa 119.000 persone, e che vale l’8,4% del settore culturale nazionale. Un dato superiore alla media nazionale, frutto anche dell’ampia offerta museale (si pensi all'importanza del Museo Egizio o del Museo dell'Auto) e di festival, manifestazioni ed eventi come il Torino Film Festival, il Salone del Gusto, Artissima e le altre mostre del Week end delle Arti Contemporanee.

Tra le altre regioni italiane, il primato spetta invece al Lazio, che con 160.000 persone occupate nel settore produce il 6,8% del Pil regionale, e il 14,8% del Pil culturale italiano. Sul terzo gradino del podio, tre regioni a pari merito: Lombardia, Veneto e Marche, che possono vantare il 6,3% del Pil regionale prodotto dall’industria culturale.

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