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Sono aumentati gli stranieri, sono tornati gli italiani e la regione si colloca tra le mete europee più richieste

Trapela soddisfazione da tutti gli addetti ai lavori di fronte agli eccellenti risultati prodotti dal turismo in Veneto, al primo posto tra le regioni italiane (totalizzando il 15,2% degli arrivi ed il 16,1% di presenze di turisti dell’intera penisola), ma anche alla sua collocazione tra le più importanti a livello europeo (precisamente la quarta in Europa per gli arrivi e la sesta per le presenze).

Gioisce, ma con compostezza, anche l’assessore al turismo della Regione Veneto, Federico Caner: “Sicuramente dobbiamo continuare su questa strada, fatta di studio, di innovazione e di lavoro. Ma anche di valorizzazione e di proposta di mete meno conosciute e di forme di ospitalità e di offerta nuove, capaci, ad esempio di collegare il turismo all’agricoltura, uno sposalizio che io considero vincente per i prossimi anni”.

L’anno record del Veneto ha visto quasi 18 milioni di arrivi (17.856.567, +3.5% rispetto al 2015) per un totale di oltre 65 milioni di presenze (65.329328, +3,4% rispetto al 2015). Entrambe le cifre costituiscono un record storico assoluto. Il primato degli arrivi è dato da un incremento sia dei turisti stranieri che di quelli italiani; quello delle presenze, invece, è relativo ai soli stranieri. Per il secondo anno consecutivo, però, i numeri evidenziano un nuovo crescente interesse da parte della clientela italiana, che segna +4,7% di arrivi e +1,8% di presenze.

La Germania resta al primo posto tra le provenienze, con 15,3 milioni di presenze (record come per Austria, seconda, Regno Unito, Svizzera, Liechtenstein e Polonia), mentre la Cina, undicesima, fa segnare un -22,5% rispetto però al dato del 2015 “drogato” dall’Expo. La Russia è fuori dalle prime dieci ma registra comunque una piccola crescita (+1,7%).

Su base territoriale si registra il record di presenze a Verona (prima col +9,1%, con il boom del Lago di Garda alla cifra record di 12,5 milioni di presenze), Padova e Treviso. In difficoltà appaiono il mare (- 0,6% in assoluto ma -5% su base interna), e la montagna (-0,5%). Il turismo balneare, concentrato lungo le spiagge del Veneziano - Jesolo, Cavallino, Caorle, Bibione e Sottomarina - soffre la diminuita affezione da parte dei turisti italiani, ma rappresenta pur sempre un comparto importante con circa 24,5 milioni di presenze complessive. In crescita le città d’arte (+10,9% di presenze di italiani e annata record con 20,9 milioni di presenze) e terme (+7,5%).
Continua infine la ricerca della qualità nelle strutture, con gli alberghi quattro stelle che hanno raggiunto per presenze quelli a tre stelle, che restano numericamente lo zoccolo duro dell’offerta alberghiera veneta.

 

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