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Si chiude oggi l'MipTV a Cannes, uno dei più importanti appuntamenti internazionali per l'industria dei broadcaster. Oltre il 70% delle conferenze e degli screening sono in mano agli ideatori dei contenuti e dei contenitori per le piattaforme multimediali digitali: pare che la #digitalrevolution picchi duro anche sui broadcaster.

 

Ci sono quelli come la France Télévision che dal 2011 hanno all'interno del loro organico figure come Voyelle AckerDeputy Head of Digital Storytelling and Transmedia (o meglio in francese Adjointe du Directeur des nouvelles écritures et du transmédia), mentre gli altri stanno cercando di "pescare" i contenuti dalla rete usando sempre di più YouTube. Anche perché l'audience di YT sta avvicinando sempre di più le cifre astronomiche - o è "a pari passo" come ha sottolineato durante il suo Keynote speech Alex Carloss, responsabile Entertainment del colosso - dei network televisivi.

Uno degli esempi riportati è la prima puntata del Tonight Show con il nuovo anchorman Jimmy Fallon, che ha preso il posto dell'icona degli talk show David Letterman e cha raggiunto 20 milioni di visualizzazioni sul suo canale rispetto ai 10 milioni di spettatori della NBC. Questo dato dovrebbe incoraggiare i network a inserire i loro contenuti sulla piattaforma, ha aggiunto Carloss. Ma qui ovviamente si sollevano le polemiche sui diritti televisivi, che non sono poi così tanto semplici. C'è poi la Disney, che è stata non solo "clemente" ma lungimirante con il suo campione d'incassi Frozen - Il regno di ghiaccio: nonostante ci fossero state delle violazioni da parte di alcuni utenti di YT che illegalmente hanno caricato il film d'animazione in questione sui loro profili, spiega Alex Carloss, hanno deciso di chiudere entrambi gli occhi, in quanto questa operazione poco "polite" ha fatto da teaser piazzandoli al primo posto dei box-office.
Certo che la Disney è, a modo suo, democratica, mi son detto. Ma poi ci ho ripensato. Ieri Ynon Kreiz della Makers Studios (il più grande fornitore dei video on line di YouTube e da poco acquista dalla stessa Disney) ha cercato di definire le linee guida delle "new generation media company" indicando come vanno cercati i nuovi talenti sulle piattaforme, proprio come YouTube! Mi sa che qui i grandi player stanno già creando un nuovo ordine all'interno della #digitalrevolution. Tra la tecnologia all'avanguardia degli uni e l'expertise degli altri, la Disney diventerà il centro dell'universo degli short-movie.
Ma quello che appare più interessante del discorso fatto da Carloss si riferisce alla differenziazione tra l'audience e i fan: "L'audience guarda i contenuti secondo la messa in onda, i fan scelgono quando e cosa guardare" e prosegue "l'audience passivamente consuma i media, i fan sono propensi ad una partecipazione più attiva. L'audience cambia canale a fine programma, i fan lo condividono, commentano o ri-creano. L'audience vive entro i confini prestabiliti dai networks, mentre i fan li abbattono".

E ti viene immediatamente da pensare che la differenza sia di età, ma poi nel pomeriggio ci imbattiamo in Eddy Moretti, CEO di Vice Media (nato come un magazine di Montreal con tematiche a volte rivoluzionarie, distribuito a mano dai fondatori è diventato presto un crescente impero che annovera tra le sue file collane di libri, produzione di film e musica etc), che si aggancia al discorso di Carloss: "Negli ultimi anni abbiamo sviluppato canali online e marchi per i giovani, che attraversano tutti i temi che li appassionano: food, tecnologia, sport e sempre di più le news! Contrariamente a quel che si dice le news interessano sempre di più ai giovani". E qui vado in crisi. Ammetto che alla tenera età di 40 anni (39 ancora per poco) ero convinto che i notiziari interessassero solo gli over 35.

E mentre con questa convinzione correvo a un meeting con Al-Jazeera per capire la loro programmazione dei palinsesti per le prossime stagioni, sento un ragazzo parlare dello storytelling legato al marketing del territorio! Stop! Mi fermo, ascolto il loro progetto che attraverso le puntate girate in anticipo sulle città brasiliane sedi delle partite della World Cup racconta in maniera esperienziale il territorio. Insomma qualcosa che è molto in sintonia con un progetto cross media che stiamo portando avanti insieme a un editore, una radio e una ideatrice di short-video virali per promuovere un territorio.

Glielo chiedo subito: ma tu come la vedi una collaborazione per l'Expo 2015? Mi guarda e dice: "Ohhh, the Expo! The one in Dubai? Sounds good!"
Ah ecco, 'namo bene! Quella nostra, l'Expo milanese del prossimo anno, Richard me la salta come una gazzella in corsa su un fosso. Peccato, perché noi in Italia abbiamo ancora molto da dire ma nella sezione di Mip Digital Fronts di italiani ne ho sentiti pochi, pochissimi... forse nessuno? Fammi rivedere il programma, magari sbaglio io.

 

Damir Biuklic - Mailander

Twitter @DamirDamir

 

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