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Le aziende tagliano anche le spese dei viaggi di lavoro, soprattutto si sono ridotte le trasferte per motivi di formazione del personale, per lanciare un prodotto o per riunioni intra-aziendali. Reggono le partenze individuali per incontrare clienti o fornitori e quelli legati ad eventi fieristici. È quanto emerge dalla una ricerca della rivista Turismo d'Affari, che alla Bit ha presentato i dati della 12ª edizione del suo Osservatorio sul Business Travel. L'indagine ha analizzato il mercato del turismo d'affari in Italia nel 2012 evidenziando una perdita di circa 1,1 milioni di viaggi rispetto all'anno precedente, fermandosi a un numero di trasferta pari a 29,9 milioni.

Una contrazione del 3,3%, causata in particolare dalla riduzione di viaggi nella stessa regione, in Italia o in Europa, mentre tengono quelli intercontinentali (-0,3%). I viaggi individuali per incontrare clienti e fornitori scendono del 3%, ma rimangono la motivazione principale per la trasferta aziendale, con una quota di mercato al 65,3%. Le trasferte collettive legate ai congressi, incentive e lancio di nuovi prodotti e alle "riunioni intra-aziendali" diminuiscono, rispettivamente, del 6,7% e del 5,2%. Secondo l'Osservatorio si tratta di un dato inatteso sia sul piano del comportamento teorico, perché le imprese escono dalle fasi di crisi congiunturale investendo in nuovi prodotti e capitale umano, sia sul piano fattuale, visto il risultato positivo registrato l'anno passato. Una possibile spiegazione potrebbe essere nella crescente diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione a distanza che potrebbe avere ridotto proprio - e soprattutto - le trasferte per riunioni e congressi. Per quanto riguarda i mezzi per spostarsi, l'aereo realizza per il secondo anno consecutivo la migliore performance, con una crescita dell'1,4%. L'uso dell'auto scende invece del 7,4%, un dato che riflette maggiormente, secondo l'Osservatorio, le difficoltà del mercato nazionale e il crollo dell'escursionismo d'affari,che scende del 5,6% rispetto all'anno precedente. Il treno ha un calo dell'1,1%. Nonostante i dati tutti con segno negativo in complesso la spesa per i viaggi di affari è salita a quota 18,3 miliardi di euro, in crescita dell' 1,1% rispetto ai valori dell'anno precedente. Ma in termini reali, secondo l'Osservatorio, gioca l'inflazione e l'aumento dei costi legati alla svalutazione del cambio euro/dollaro. "Il 2012 non può essere considerato un anno positivo per il segmento del business travel, anche se un suo rilancio pare possibile - ha detto il professor Andrea Guizzardi, che ha realizzato la ricerca con il supporto della Scuola Superiore di Scienze Turistiche e del Dipartimento di Scienze Statistiche dell'Università di Bologna - Le aspettative sono tutte per quest'anno: se nel 2013 il nuovo governo avrà la forza di realizzare politiche industriali e riforme in grado di incrementare - in modo significativo - i tassi di crescita e la capacità di attrarre capitali stranieri, credo che a fine anno si possa registrare un incremento nella spesa aggregata tra il 3% ed il 6%".

 

(Fonte ANSA)

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