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La crisi economica non sembra allentare la presa, almeno non per quanto riguarda commercio e turismo: nei primi quattro mesi del 2014, infatti, i due settori hanno registrato la cessazione d'attività di 44.813 imprese e l'apertura di 28.016 nuove realtà, per un saldo finale negativo di 16.797 unità.

Il dato, comunicato dall'Osservatorio di Confesercenti, è purtroppo in linea con altre rilevazioni compiute nei mesi scorsi: tra gennaio e ottobre 2013, infatti, lo stesso Osservatorio aveva presentato un saldo negativo di 22.000 unità.
Entrambi i settori registrano quindi più cessazioni che aperture: nel commercio, in particolare, il saldo di "natimortalità" delle imprese è pari a -12.016, mentre nel turismo è di -4.781 attività. "Commercio e turismo scontano duramente la crisi del mercato interno italiano, tuttora in atto: nei primi 4 mesi del 2014 le vendite commerciali, secondo le nostre stime, sono calate di altri 1,8 miliardi" ha commentato Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti .

Il settore del turismo, in particolare, sembra ancora lontano dall'uscita dalla crisi. Nei primi quattro mesi dell'anno, riferisce l'Osservatorio Confesercenti, il comparto alloggio, comprensivo di alberghi e hotel, ha visto chiudere 972 imprese (8 al giorno) contro solo 389 aperture, per una perdita secca di 583 unità. Negativo anche il dato dei bar, che da gennaio registrano, a fronte di 2.875 aperture, ben 4.872 chiusure (40 al giorno) e quindi un saldo negativo di 1.997 imprese. Persino peggio va per i ristoranti: nel periodo tra gennaio e aprile ne sono stati chiusi circa 44 ogni giorno, per un totale di 5.334 cessazioni di impresa, a fronte delle 3.133 nuove aperture: in questo caso il saldo negativo complessivo ammonta a 2.201 unità.

La ristorazione, riporta Confesercenti, è in difficoltà soprattutto in Sicilia, dove tra gennaio e aprile le 157 nuove aperture non bastano a compensare le 391 chiusure, con un saldo negativo di 234 imprese. Poco meglio in questo caso per Campania (-203) e Lazio (-200). Ma più in generale, sembra che in Italia la fine della crisi per il turismo e il commercio non sia ancora del tutto finita.

 

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