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Dal mecenatismo al servizio civile per i giovani, dalle risorse statali alle periferie e al Titolo V, il ministro del Mibact annuncia le necessarie innovazioni da apportare al suo dicastero
"Sto lavorando alla riforma del Mibact ma, mentre per quanto riguarda la cultura si tratta di una riorganizzazione della macchina amministrativa, per quanto concerne il turismo si tratta invece di rifondare tutta la struttura" con queste parole Dario Franceschini annuncia la necessità di una profonda revisione delle strutture istituzionali che si occupano di turismo.
Intervenendo alla presentazione del rapporto "Io sono cultura" di Unioncamere e Symbola, il ministro ha infatti riaffermato l'intenzione di "ristrutturare la direzione generale del turismo" dando spazio ai giovani tramite il Servizio Civile.
Sul bisogno di innovazioni del suo dicastero, Franceschini ha ricordato che il turismo e i beni e le attività culturali erano separati prima del governo Letta. Ma soprattutto il ministro ha rivendicato le misure già adottate, a partire ovviamente dal decreto cultura e turismo (attualmente in sede di conversione in Parlamento) che ha finalmente affrontato la digitalizzazione delle strutture ricettive.
Il ministro Franceschini ha poi fatto riferimento alla tanto desiderata riforma del Titolo V della Costituzione, a proposito della quale ha spiegato che "non possiamo aspettare la riforma costituzionale per il settore turistico, dobbiamo agire prima". "Innanzitutto bisogna porre fine all'assurdità che le Regioni facciano promozione all'estero da sole", ha ribadito Franceschini, che sta predisponendo un provvedimento "più complessivo" sul turismo e preannunciando un incontro per il 9 luglio con gli operatori del settore. "Chiamerò tutti gli operatori turistici e culturali così come le organizzazioni economiche come Confindustria a confrontarci il 9 luglio prossimo sull'importanza del settore. In questo incontro analizzeremo anche i dati contenuti nel Rapporto presentato oggi, dedicando diverse ore alla discussione" ha infatti annunciato Franceschini.
Sull'impegno di governo e istituzioni, il ministro ha ammesso che "le risorse statali dedicate alla cultura devono aumentare. I privati sono importanti ma non potranno mai sostituire lo Stato". In questo senso, è stato ricordata l'importanza di "avere un incentivo fiscale così forte come l'art bonus, che consente di detrarre al 65% le donazioni in favore dei beni e delle attività culturali. Toglie qualsiasi alibi". Sul tema del mecenatismo, in particolare dall'estero, Franceschini ha poi aggiunto: "Ben vengano i capitali stranieri a investire in cultura in Italia. Porte aperte per loro", precisando di avere già parlato "con diversi interlocutori stranieri" per convincerli a investire in Italia.
Franceschini ha poi affrontato il tema del ruolo che i giovani possono avere nello sviluppo del sistema turistico culturale italiano: "A margine del Consiglio dei ministri di venerdì abbiamo fatto un ragionamento importante. Nei prossimi giorni si arriverà a un'intesa per cui i giovani del servizio civile avranno un grande spazio nel settore dei beni culturali, settore che ha grande bisogno di giovani e forze nuove".
Infine il ministro ha ragionato sull'argomento delle periferie urbane, lo stesso caro a Renzo Piano e inserito tra le tracce della maturità 2014: "Nel decreto Cultura abbiamo previsto anche la necessità di fare una grande riflessione e investimento sulle periferie urbane. Perché abbiamo sì i Centri storici, ma ci sono anche milioni di persone che vivono nelle periferie e si sentono destinate al declino. Nei nostri Centri storici è difficile fare innesti di arte e architettura contemporanea, ma nelle periferie si possono fare ed è un dovere sociale farlo. Per questo, i Comuni che fanno attività culturale nelle periferie hanno un contributo del Mibact".

 

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