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Rimini si piazza al 48esimo posto tra le province d'Italia nella classifica del Sole 24 Ore sui posti di lavoro attesi. A tenere a galla l'economia riminese c'è il turismo. L'assessore Rossi: "Problema storico e non solo locale"

Per la provincia romagnola la classifica del quotidiano economico registra una variazione in negativo sul 2013 di 480 posti di lavoro, con un calo del 17%. A stretto giro di posta è arrivato il commento di Nadia Rossi, assessore riminese alle Politiche del Lavoro, che mette in luce le buone performance del comparto turistico: "I dati sulle previsioni di assunzione non stagionali delle imprese per il 2014 confermano da una parte le difficoltà del nostro territorio a uscire dalla crisi economica e finanziaria, diventata evidente a partire dal 2010 e dall'altra come il comparto turistico sia qualcosa di più di una semplice 'ciambella di salvataggio' per l'area riminese".
Il 48° posto della provincia, secondo l'assessore, "è l'altra faccia dei risultati molto più confortanti, emersi dal Bollettino del lavoro del secondo trimestre 2014 (aprile/maggio/giugno), in cui gli avviamenti registrati in provincia di Rimini erano stati 42.794, con un aumento di quasi 3.500 assunzioni rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (39.311 unità) per una crescita percentuale vicina al 9%". Risultati confortanti che in particolare mostrano "un significativo incremento delle assunzioni all'interno di alberghi, ristoranti e pubblici esercizi, il cui numero sfiorava il +13% rispetto al 2013; nel periodo aprile-giugno 2014 gli avviamenti del settore ricettivo-ristorativo rappresentavano circa i due terzi (65,3%) del totale provinciale, confermando la centralità del turismo stagionale per l'intero sistema produttivo riminese".

Il 48esimo posto del Riminese, quindi, conferma in sostanza "questa dicotomia del mercato del lavoro riminese; in difficoltà sul fronte del lavoro non stagionale (segno di una crisi che, da quattro anni a questa parte, non accenna ad allentare il morso), in crescita invece su quello stagionale. Un'anomalia per certi versi storica, il cui progressivo assorbimento - al di là del processo di destagionalizzazione in ambito turistico che va completato - chiama all'appello anche una serie di politiche nazionali, ormai non più rinviabili, e relative al rapporto tra scuola e lavoro".
Rossi accende dunque i riflettori sullo scenario nazionale: "L'Italia è clamorosamente sotto la media europea (4% contro 12%) per tirocini o stage scolastici in ambito lavorativo e aziendale; elemento questo che ha una responsabilità ben definita nei picchi di disoccupazione giovanile nazionale, al top purtroppo nel vecchio continente". "Un problema generale che ha una sfumatura locale" spiega quindi l'assessore al lavoro, "essendo il territorio riminese storicamente tra i più refrattari ad assorbire nel proprio tessuto imprenditoriale i laureati. Questa a-sintonia tra scuola e lavoro diventa particolarmente problematica, in aree come la nostra ricche di piccole e medie imprese e dunque abbisognanti di ricerca e innovazione per restare competitive sul mercato".
"Se, come pare, il Governo intenderà mettere mano alla filiera scolastica e della formazione professionale - incentivandone la maggior sincronizzazione con un tessuto di imprese moderno, innovativo, qualitativamente alto" è l'analisi ma anche l'auspicio per il futuro "con ogni probabilità un territorio potrà trarne benefici occupazionali stabili, meglio equilibrando il rapporto tra non stagionali e stagionali. Contando, in parallelo, di condurre in porto come sistema Rimini quel processo di riqualificazione e ammodernamento del modello che dovrà sempre più essere orientato a un territorio che opera e lavora costantemente 12 mesi all'anno".

 

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