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colline prosecco treviso

L’area candidata racchiude la zona di produzione del Prosecco DOCG, forte di centinaia di piccole unità produttive. Tra qualche mese la decisione dell'UNESCO

Presto il paesaggio vitivinicolo del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene potrebbe diventare patrimonio dell’umanità. Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha infatti reso noto che la Commissione Nazionale italiana per l'Unesco ha candidato all’unanimità l’area tra Valdobbiadene e Conegliano per il 2017-2018 nella Lista dell'Unesco dei patrimoni mondiali dell'umanità.

Nella zona tra Valdobbiadene e Conegliano, in provincia di Treviso, si estendono circa 5.000 ettari di vigneto su cui operano oltre 3.000 agricoltori. È un territorio che ha una rilevante valenza turistica, su cui insistono 20 poli museali e numerosi itinerari di interesse a carattere storico ed enogastronomico, tra cui la prima strada del vino, inaugurata nel 1966. Nel 2014 sono state prodotte 79,2 milioni di bottiglie di vino certificato come DOCG, corrispondente a 593.798 ettolitri, in centinaia di unità produttive caratterizzate prevalentemente da piccole aziende agricole. Nel 2016 le vendite nel mondo sono cresciute del 25% (dati Coldiretti) ponendo il Prosecco sul gradino più alto delle esportazioni di vini italiani.

Se la candidatura valorizza l’ambiente e la cultura del territorio del Prosecco, è altrettanto vero che rafforza il posizionamento a livello mondiale delle produzioni vitivinicole dell’intero Paese. Attualmente sono 51 i patrimoni dell’umanità riconosciuti dall’Unesco in Italia e solo uno, quello di Langhe-Roero e Monferrato, è espressamente riferito a un paesaggio vitivinicolo.

Nella nota di accompagnamento il Ministero delle Politiche Agricole spiega che le colline del territorio candidato “sono un esempio di paesaggio culturale evolutivo, caratterizzato cioè da un processo continuo, evolutosi nella storia, attraverso il quale la comunità locale, la sua cultura artistica e le tecniche produttive si sono organizzate in risposta a caratteristiche dell'ambiente fisico del tutto particolari”.

Il percorso è appena iniziato, ora la decisione passa al Comitato mondiale Unesco che nei prossimi mesi valuterà se accogliere o respingere la domanda dell'Italia.

 

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