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Il comparto turistico vale il 5% del Pil e il 6% dell’occupazione. I dati forniti dalla Banca d’Italia

Una nuova ricerca della Banca d’Italia evidenzia come il turismo in Italia sia molto al di sotto delle sue potenzialità. Lo studio "Turismo in Italia. Numeri e potenziale di sviluppo", durato oltre due anni, è stato illustrato in questi giorni.

Il dato principale è che il turismo italiano genera oltre il 5% del Pil e circa il 6% dell'occupazione totale, frutto di una ricchezza naturale che non ha riscontri altrove. La domanda che si pone la ricerca è se tutto ciò venga valorizzato adeguatamente. Evidentemente no, se i margini di miglioramento sono ancora enormi. Si tratta piuttosto di individuare quali siano gli strumenti più idonei a cogliere le tante opportunità disponibili.

Negli ultimi venti anni la quota dell'Italia sulla spesa turistica mondiale ha subito un calo, che non dipende unicamente dall'affermazione di nuove destinazioni ed è stato più intenso per il nostro paese che per i principali concorrenti europei. Solo dal 2011 le entrate turistiche internazionali sono tornate a crescere a ritmi sostenuti, di oltre il 30% fino al 2017. Si può stimare che se nel periodo 1999-2017 la spesa dei turisti stranieri nel nostro Paese fosse cresciuta quanto la domanda potenziale, il Pil italiano sarebbe oggi più elevato di 0,8 punti percentuali.

La ricerca della Banca d’Italia mette in evidenza diverse criticità, tra le quali la più evidente è ancora una volta la discrepanza tra nord e sud. Il Mezzogiorno infatti non trae benefici sufficienti dai movimenti turistici internazionali: pur avendo la metà dei siti archeologici del nostro Paese, un quarto dei musei, l’80% delle coste, i tre quarti del territorio destinato a parchi nazionali, attrae solo il 15% della spesa totale dei turisti stranieri in Italia.

Una seconda criticità emersa è l’eccessiva stagionalità, con i flussi turistici concentrati soprattutto nei mesi estivi. In questo senso occorre espandere il turismo culturale, anche di breve durata, al di fuori dell’alta stagione, e fare ulteriore leva sul turismo congressuale e fieristico.

Altro problema da risolvere in funzione turistica è la cronica debolezza dei servizi di trasporto. Servono linee e mezzi più efficienti, in grado di collegare i principali punti di accesso al Paese. Ancora una volta più penalizzate sono le regioni del Mezzogiorno che necessitano sia di collegamenti diretti con gli altri paesi europei, sia di una rete locale di trasporti in grado di valorizzare le coste e le numerose località di elevato interesse artistico e culturale.
Da ultimo Bankitalia invita alla riflessione sull’adeguamento tecnologico del nostro Paese, ostacolo che può frenare iniziative imprenditoriali innovative e di livello internazionale.

 

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