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Un italiano pubblica in Inghilterra una ricerca che si propone di misurare la relazione tra la bellezza percepita di un territorio e il numero di foto condivise su Panoramio

 

In inglese si chiama “Spatial Covariance between Aesthetic Value & Other Ecosystem Services”, ma l’autore è un italiano, Stefano Casalegno. Si tratta di una ricerca che, per la prima volta, analizza la “covarianza spaziale tra valore estetico e altri servizi di un ecosistema”.

In pratica, questa ricerca dell’università inglese di Exeter, pubblicata sulla rivista scientifica online Plos One, si propone di valutare l’interdipendenza tra la qualità estetica di un territorio e altri valori produttivi come la produzione agricola e il carbonio trattenuto nel suolo. E per attribuire un valore quantificabile alla bellezza di un paesaggio, l’indagine di Casalegno punta al numero di foto condivise su Panoramio, il social network (recentemente rilevato da Google) di condivisione di fotografie con un sistema di geolocalizzazione su Google Maps.

Indubbiamente, la correlazione tra i vari “services” di un ecosistema (vale a dire i benefici potenziali sugli esseri umani) è un dato di enorme utilità per un’efficace strategia di marketing territoriale; tuttavia, prima di questa ricerca gli studi si sono concentrati sui benefici materiali, trascurando quelli culturali e sociali, meno misurabili. Le precedenti ricerche, quindi, hanno prodotto stime del valore culturale di un territorio basandosi su variabili tradizionali come il numero di visitatori, la spesa in attrazioni turistiche o persino il numero medio di giorni trascorsi a pescare.

Casalegno, invece, ha imperniato la propria ricerca su un dato nuovo, “social”: il numero di foto condivise su Panoramio. In questa prima fase sono state prese in considerazione 55 località della Cornovaglia, a cui corrispondono 113.686 fotografie condivise online, con punti di interesse concentrati principalmente sulla costa.

Dai dati raccolti da Casalegno, dunque, emerge che il valore estetico percepito di un luogo varia in maniera inversa alla densità di popolazione (ovvero, a meno popolazione corrispondono più foto), e in alcune zone anche l’attività agricola è correlata negativamente con la bellezza percepita del paesaggio (cioè più è intensa l’attività agricola in un territorio, meno foto vengono scattate).

In attesa di una mappatura più estesa a livello geografico (Italia compresa), resta l’interesse per una prima ricerca in grado di fornire una nuova misurazione per l’attrattività di un territorio.

 

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