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Questa è la storia di un attimo, quell’attimo nel quale decisi di allontanarmi

Allontanarmi da tutto, per ricomporre i pezzi, quei pezzi dell’anima che si erano separati ormai da più di un anno e galleggiavano, senza mai incontrarsi, come i fiordi nel mare, quel mare freddo, risoluto, quel mare che di lì a poco avrei scoperto, il mare del Nord, il mare della Norvegia.

Questo racconto ha una duplice versione: una esterna fatta di paesaggi meravigliosi, quasi incantati, e una più interna, che risiede nel profondo, negli spazi bui che spesso rimangono nascosti, ma che in questo caso sono spinti fuori, da una forza che non esiste, oppure che nasce e muore solo nei momenti di vero bisogno.

Poche le tappe, ma fondamentali. La prima, Oslo, il vero motore del viaggio, che ha saputo contrastare fin dall’inizio il grigio dei cieli con i suoi colori, le sue persone, le sue stranezze, le sue sicurezze. Cinque interi giorni alla scoperta di un piccolo mondo, che mantiene legati i suoi monumenti, le sue sculture, i suoi grattacieli con ampi parchi dove la natura e gli animali sono i padroni.

E se ti ritrovi da solo, davanti all’immensità del mare, cosa fai?
Ti rendi conto che hai trovato quello che stavi cercando da tempo. Il tuo spazio, il tuo momento di riflessione, sdraiato su un molo nel bel mezzo del nulla, a guardare l’orizzonte ascoltando il silenzio, godendoti la brezza marina che ti accarezza e ti rincuora.

(Amavi anche tu ammirare il mare, in pace, in silenzio, a pensare a tutto e a niente. In quell’istante ti ho sentito vicino a me, nonostante non potessi toccarti, ma la distanza è relativa, basta un pensiero, e in quel pensiero trovi il calore di un abbraccio che manca da tempo)


Tuttavia non era sufficiente, avevo bisogno di altro e un po' più forte di prima sono andato avanti.
Ho preso un treno e dopo sei ore mi sono ritrovato sulla costa opposta, a ovest. Anche questo percorso è stato un altro momento importante: sei ore di panorami magnifici nell’entroterra norvegese, tra laghi, montagne dalle punte innevate e immense praterie di natura incontaminata.

Mi sono ritrovato infine a Bergen, l’incantevole città portuale ricca di turisti spensierati e case dai colori divertenti.


Ma non è tutto...
Il bello della Norvegia è scoprirla, senza itinerario, senza orari, l’importante è... percorrere tutte le strade che suscitano la propria curiosità. E se si è fortunati, da una piccola strada di città ci si può ritrovare catapultati nel bel mezzo di una foresta. Attraverso sentieri e percorsi affiancati da corsi d’acqua e cascate, la natura prende il sopravvento. Il bello arriva quando la pioggia inizia a cadere, i rumori cessano, il tempo si ferma e i pensieri prendono voce, si purificano e si fanno più leggeri fino a farti diventare una persona nuova, migliorata e matura.
Stanco ma appagato, mi sono accorto di aver passato il momento più importante del mio percorso.


Non so se sia stato il camminare buffo dei pinguini, o il giocare a rincorrersi nell’acqua dei leoni marini, o persino il silenzio della foresta o il rumore del vento bagnato dal mare, ma una cosa è certa: l’aria del Nord fa bene, antichi sentimenti ti investono e ti rendono più forte. Ti accorgi di essere te stesso contro il mondo... ma il mondo è tuo amico e tu reagisci, le tue paure e insicurezze non ti ostacolano, anzi inizi a sfruttarle, saranno la tua forza per andare avanti, per continuare a scoprire il mondo, per continuare a sorridere.

Perché ci saranno tanti altri attimi, che ti porteranno chissà dove...
L’unica cosa è assecondarli, senza lasciarseli sfuggire.

(A mio papà)

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Luca Larosa

Twitter @LucaArs91

 

 

 

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