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Il coronavirus con il suo arrivo ha stravolto il nostro modo di vivere. Siamo ancora in piena crisi sanitaria ed economica ma spesso e volentieri ci sforziamo di pensare al dopo, al momento in cui tutto questo sarà un lontano ricordo.

Ma quali sono le cose che caratterizzano questo periodo della nostra vita? Ce ne sono almeno 21, come le lettere dell’alfabeto.

A come abbracci: ora che non possiamo darne e riceverne, quanto ci mancano?

B come bisogni essenziali: è proprio vero, abbiamo dovuto ristabilire le nostre priorità e con esse riconsiderare quali sono le necessità essenziali per la nostra esistenza.

C come certificazione per uscire: dite la verità, compilare la certificazione per uscire di casa vi ha riportato indietro nel tempo, a quando si firmava la giustificazione per le assenze a scuola oppure il permesso per uscire prima...

D come distanti ma uniti: queste parole resteranno impresse nella mente degli italiani per molti anni. Distanti per proteggerci ma uniti nel cuore per affrontare questo momento difficile.

E come eroi: durante la lotta al Covid-19 ci siamo resi conto dell’importanza di chi ci salva la vita, oggi gli eroi sono i medici e gli infermieri, impegnati senza sosta nella battaglia contro questo nemico pericoloso e invisibile.

F come febbre: quante volte l’avete misurata nelle ultime ore/giorni? Soprattutto gli ipocondriaci sono diventati un tutt’uno con il termometro. Mai come adesso non avere la febbre ci fa sentire bene.

G come giocare alla Playstation: un sogno che si realizza, da “smetti di giocare” a “ma perché non giochi ancora un po’?”. Ecco, le mamme degli adolescenti, ma anche le mogli di giocatori compulsivi hanno trovato un’ancora di salvezza nel dispositivo.

H come Harry Potter: alzi la mano chi non ha fatto una scorpacciata della saga nell’ultimo mese! La quarantena ha stravolto i palinsesti televisivi, inserendo tanti cult nella programmazione.

I come informazione: siamo sovraesposti. Tra telegiornali, social e chat, le informazioni ci sommergono. Spesso non sono nemmeno notizie verificate, dunque attenzione alle fake news, soprattutto in questo periodo.

L come libri: adesso non ci sono più scuse, abbiamo finalmente il tempo di leggere. Classici, gialli, saggi, romanzi rosa, d’avventura, abbiamo riscoperto il piacere della lettura e questa è sicuramente una delle cose positive della quarantena. L anche come lievito, nuovo oggetto del desiderio degli italiani che hanno riscoperto l’arte di fare il pane, la pizza e innumerevoli dolci, per la gioia del palato ma non della bilancia!

M come mascherina: fino a un paio di mesi fa non le avevamo mai prese in considerazione, ma oggi sono fondamentali per proteggere noi stessi e gli altri. Uno degli oggetti simbolo del 2020, che ci accompagnerà anche dopo la fine dell’emergenza.

N come Netflix: serie tv di ogni genere a ogni ora del giorno. Le piattaforme di streaming sono la salvezza di chi non sa come occupare le giornate.

O come ospedali: l’emergenza coronavirus ci ha fatto capire l’importanza della sanità pubblica. Confrontandoci con gli altri Paesi del mondo, ci siamo resi conto del tesoro che possediamo, che dobbiamo assolutamente salvaguardare.

P come Presidente Conte: affidabilità, onestà, credibilità. Il nostro Presidente del Consiglio sta affrontando una situazione difficilissima senza perdere mai la capacità di essere empatico, di rassicurare e soprattutto di essere una guida fondamentale per l’Italia.

Q come quarantena: personalmente la consideravo una parola desueta, associata alle grandi pandemie del passato. È tornata prepotentemente nelle nostre vite, facendoci capire che la storia purtroppo si può ripetere.

R come restate a casa: un imperativo che è diventato anche un hashtag. Restare a casa è l’unica cosa che ci viene richiesta per superare la pandemia, tutti insieme si può! #restateacasa

S come solidarietà: aiutare chi è più bisognoso. In questo particolare momento storico sono numerose le iniziative per dare una mano (metaforicamente) alle persone più fragili. Si dimostra ancora una volta il grande cuore degli italiani.

T come telelavoro: sembrava impossibile da attivare, ma nell’emergenza ci siamo dovuti attrezzare per lo smart working. Una rivoluzione per il mondo del lavoro che avrà sicuramente delle ricadute positive nel futuro. T anche come telefono, strumento fondamentale per tenere vivi i contatti con il genere umano.

U come Unione Europea: oggi più che mai ci si interroga sul ruolo dell’UE per gestire la crisi generata dalla pandemia. Si tratta di una crisi sanitaria, economica e sociale che l’organizzazione sovranazionale dovrà per forza di cose tentare di arginare.

V come venti secondi per lavarci le mani: per lavare le mani efficacemente sono necessari ben 20 secondi. È un altro degli insegnamenti che ci porteremo dentro dopo la fine della pandemia. Molti di noi forse lo sapevano e facevano già, ma molti altri probabilmente no. Intanto io quando mi lavo le mani ripeto a mente una filastrocca, alleno la memoria e sono sicura di igienizzare bene.

Z come zoom: perché zoom? Perché l’emergenza ci ha costretto a focalizzare la nostra attenzione sugli aspetti importanti della vita. La salute, la famiglia, gli affetti, non badare ai fronzoli ma all’essenziale.

Alla zeta aggiungo anche Zorro, perché il mio cuginetto di 5 anni qualche giorno fa ha fatto un disegno in cui il coronavirus veniva sconfitto da Zorro, il suo supereroe preferito. Mi piace immaginare che abbia ragione lui, che ben presto arriverà la fine di tutto questo.

 

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