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L’alta velocità? È un moltiplicatore per il turismo internazionale e un volano per le economie locali. E l’Italia non ne rimarrà esclusa, grazie ai processi di potenziamento strutturale della rete e all’inserimento sulle reti di trasporto europee

 

Per i viaggiatori, soprattutto quelli stranieri, l’accessibilità di un luogo è un requisito chiave anche per la scelta di una destinazione per le vacanze. È un dato su cui gli esperti che stanno lavorando per la realizzazione della Torino-Lione hanno riflettuto molto; l’obiettivo che stiamo perseguendo è infatti quello di dotare la Valle di Susa di un nuovo collegamento che ha alcuni plus importanti: è un anello centrale per i trasporti europei, è una linea che serve realmente la valle con una stazione internazionale, è una nuova infrastruttura in un’area con una naturale predisposizione turistica.

Che si dice sull’Italia? Anzi, che si cinguetta? Alla fine, le “solite” cose: il calcio, il cibo, il turismo, la crisi. Se i social network sono il bar virtuale di oggi, è logico pensare che anche su Twitter si parli dei classici argomenti, dei temi forti del dialogo italiano: che cos’hai mangiato? Dove vai in vacanza? Hai visto la partita?

Internet sta diventando un diritto della cittadinanza. Come l’asfalto sulle strade e l’acqua pubblica, l’accesso al world wide web è un requisito sempre più indispensabile per una città veramente smart in grado di fornire ai suoi abitanti i servizi essenziali del futuro ma anche del presente.

Succede così che, periodicamente, da qualche metropoli mondiale arrivi la notizia di un progetto per dare “internet gratis” a tutti gli abitanti. L’anno scorso, ad esempio, se ne parlò a Berlino: si disse che entro il 2013 tutta la città avrebbe avuto una copertura wifi gratuita e libera, a disposizione dei 3,5 milioni di abitanti e dei milioni di turisti che attrae ogni anno la capitale della Germania. Poi le prevedibili e previste difficoltà (se non pagano i cittadini, e neanche l’amministrazione pubblica, la pubblicità e il ritorno d’immagine bastano a ripagare l’eventuale azienda “benefattrice”?) hanno rallentato il progetto, in fase di stallo.

Il mondo corre, l’Italia arranca. La Storia è la nostra grande alleata per il retaggio e la memoria che ci ha consegnato ma è anche il maggior ostacolo per far comprendere a 60 milioni di italiani che il Boom degli anni Sessanta e la ricchezza che ne è conseguita vanno difese con un profondo cambiamento della mentalità. Ci vuole Senso Civico, Rigore, Tolleranza Zero. L’alternativa non è un lento declino, ma una brutale emarginazione dai mercati mondiali

 

Ad Alassio, nell’ex Chiesa Anglicana della città, l’Istituto alberghiero Claudio Ventimiglia a maggio ha organizzato un convegno dedicato ai 50 anni della sua fondazione, avvenuta nel 1963. Il tema era: “C’era una volta il Boom 1963”.

Far conoscere le eccellenze nascoste dell’Italia, diffondere tra gli imprenditori le competenze digitali, valorizzare i giovani come promotori della transizione digitale dell’economia italiana” potrebbe sembrare il piano d’attacco del governo, invece queste sono le parole di un “privato” che lavora per una grande azienda privata. Lui è Eric Schmidt, ed è il presidente esecutivo di Google. Giunto a Roma in occasione di “Big Tent Made in Italy: la sfida digitale”, evento organizzato da Mountain View in collaborazione con Unioncamere, Schmidt ha promesso: Google investirà in Italia.

Tutto e il contrario di tutto, nello stile italiano. “Viviamo nel Paese più bello del mondo. Dobbiamo solo amarlo un po’ di più” ha detto domenica il ministro Bray dalla Valle dei Templi, e in effetti ha ragione. Viviamo nel Paese più bello del mondo, dove si può trovare davvero ogni cosa, ma purtroppo anche il suo contrario. L’ultimo esempio riguarda l’accessibilità per i disabili delle nostre strutture: da una parte (a Pistoia) l’orgoglio, dall’altra (nel Bellunese) la vergogna.

Il commento del direttore di "Marketingdelterritorio.info" sulla vendita dell'isola di Santo Stefano, che segue di pochi giorni quella dell'isola di Budelli, a cui lo Stato e le istituzioni pubbliche sembrano assistere impotenti

 

Governo, toc toc, dove sei? Ci sono cose molto importanti da decidere, lo sappiamo (come l’aumento dell’Iva per affossare il turismo, per esempio), però che Paese è mai quello che assiste alla svendita anche dei propri gioielli territoriali e paesaggistici senza nemmeno un tentativo di resistenza?

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