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L’impegno di CEI e Arcidiocesi di Bologna per i 700 edifici religiosi da salvare. Intanto a Mantova dopo i danni del terremoto il turismo torna a sorridere

Il punto sul recupero degli edifici danneggiati dal terremoto del 2012 in Emilia-Romagna è stato fatto in un convegno che si è tenuto a Crevalcore nel quarto anniversario delle scosse del 20 maggio. Delle 2000 strutture danneggiate dal sisma del 2012, 700 sono edifici religiosi. Al loro recupero, su un fabbisogno stimato di circa 460 milioni di euro, sono stati destinati fino ad oggi 230 milioni di euro. Ora occorre velocizzare la realizzazione della parte più complessa della ricostruzione del territorio colpito: i centri storici con i loro monumenti e con le chiese ferite dal terremoto. Questo, in sintesi, è stato il leitmotiv del convegno “Comunità e ricostruzione: la Chiesa di Bologna a quattro anni dal sisma”.
Per le chiese stanno lavorando da tempo tutte le diocesi interessate dal sisma che si sono dotate di personale qualificato per poter soddisfare gli adempimenti tecnici e formali. A oggi sono stati presentati progetti per 185 milioni di euro, pari all’80% dell’intero finanziamento, e sono state assegnate risorse, a seguito dell’approvazione dei progetti, per 76 milioni di euro, pari al 41% dei progetti presentati. Fin dalle prime fasi post-sisma la Regione ha intrapreso un percorso di collaborazione con la Cei e il suo ufficio di riferimento sul territorio, che si è rivelato proficuo. L’Arcidiocesi di Bologna è il soggetto attuatore di tutto il “cratere” che ha il maggior numero di interventi inseriti nei piani attuativi, 69 per 34 milioni: di questi sono stati già presentati il 97% dei progetti per circa 33 milioni, di cui approvati 32 per circa 15 milioni di euro. Nella sola Crevalcore, sede del convegno, sono presenti 7 chiese danneggiate per una stima di lavori di ripristino pari a 5,5 milioni; 6 di esse hanno già conseguito l’approvazione del progetto e l’assegnazione dei fondi per procedere nell’appalto per circa 4,5 milioni di euro.

Intanto nella vicina Mantova, a cui evidentemente il titolo di capitale italiana della cultura 2016 fa un gran bene, gli alberghi sono tornati ad essere pieni e i musei affollati. Il turismo vola, con un segno più per gli arrivi e le presenze turistiche (+20,47% e +25,68% nei primi quattro mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo 2015) e tanti visitatori in più nei palazzi che hanno regalato alla città il marchio Unesco di patrimonio dell’umanità (+39%). Segno che i danni subiti dal centro storico nel terremoto di quattro anni fa sono soltanto un brutto rricordo. Il sisma ferì i principali monumenti: Palazzo Ducale, la basilica di Sant’Andrea, il campanile della basilica palatina di Santa Barbara. Oggi qualche ponteggio per i restauri rimane ancora, ma i turisti sembrano non accorgersene. L’obiettivo dell’Amministrazione e di Federalberghi-Confcommercio ora è far tornare chi sta scoprendo Mantova solo per la prima volta.

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Riccardo Caldara

Twitter @riccardocaldara

 

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(Nell'immagine in alto, la Chiesa del Gesù e di San Francesco a Mirandola (MO) durante i lavori in corso di costruzione della copertura provvisoria in metallo. Foto di KrovatarGERO, licenza Creative Commons)

 

 

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