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Potenziale sprecato, classifica internazionale in ribasso, e soprattutto surplus dimezzato in 15 anni: questi i verdetti principali dell'occasional paper sul turismo internazionale realizzato dalla Banca d'Italia

 

Tra il 1997 e il 2012, periodo esaminato da Bankitalia, il turismo internazionale ha sempre generato un avanzo nella bilancia dei pagamenti dell'Italia. Tuttavia, il surplus turistico è sceso dall'1,1% allo 0,6% del Pil, soprattutto a causa del calo in termini reali della spesa degli stranieri in Italia, mentre la spesa degli italiani all'estero è rimasta sostanzialmente invariata in rapporto al prodotto.
Di conseguenza, la quota di mercato mondiale degli introiti dell'Italia è scesa dal 6,8% nel 1997 al 3,7% nel 2012. Durante i primi anni della recente crisi, specifica la Banca d'Italia, gli introiti da viaggi dell'Italia sono diminuiti a un ritmo inferiore rispetto a quelli dei due principali concorrenti europei, la Francia e la Spagna, ma nel biennio 2011-12 la ripresa è stata più veloce per questi ultimi. Tra i dati emersi dalla ricerca va segnalata inoltre la costante caduta della spesa degli stranieri in Italia, pari in termini reali allo 0,9% all'anno.
La Germania, tradizionalmente la più presente tra le nazionalità dei turisti stranieri in Italia, resta il riferimento per quanto riguarda i numeri, ma segna un progressivo calo nelle presenze (dai 15,8 milioni del '97 agli 11,7 milioni del 2012), nella spesa (da 6,5 miliardi di euro a 5,3), nella lunghezza del soggiorno (da poco più di 8 a circa 6 giorni). A soffrire di più è il Nord-Est, su cui pesa la competizione delle vicine spiagge della Croazia nelle preferenze dei germanici. In numeri assoluti, nel periodo considerato, sono cresciuti i turisti britannici (da 1,8 a 3,66 milioni) e statunitensi (da 1,8 a 3,07 mln), gli spagnoli (da 0,9 a 2,6 mln), poi i russi (da 0,2 a 1,05 mln) e soprattutto i cittadini extraeuropei (da 9,4 a 17,6 mln).
Lo studio per macroregioni mostra poi che nel periodo considerato il Nord-Est, dopo aver sofferto come le altre aree per la crisi del 2008-2009, dal 2010 ha ripreso ad attrarre il turismo internazionale, raggiungendo nel 2012 quota 111 (fatta 100 la media nazionale), mentre Nord-Ovest e Centro sono attorno a 100 e invece il Sud e le isole sono fermi a un insoddisfacente 95. Voli low-cost, aumento e miglioramento dell'offerta turistica non sono evidentemente bastati.
Nelle conclusioni dello studio, infatti, Bankitalia rileva che l'Italia deve adottare campagne promozionali più efficaci per intercettare una maggior percentuale dei flussi turistici internazionali, dedicandosi specialmente a quei mercati distanti sia geograficamente, sia culturalmente, come l'India o la Cina, ma di grandi potenzialità. Essenziale sarà soprattutto un'azione coordinata a livello nazionale, in grado quindi di superare le criticità legate alla riforma del Titolo V della Costituzione.
Per quanto riguarda i viaggi all'estero degli italiani, infine, l'indagine segnala che la Francia resta il Paese preferito per il turismo, e Oltralpe gli italiani lasciano il 10% della spesa totale all'estero e trascorrono i periodi di soggiorno più lunghi. In termini di spesa, la Francia ha anche superato gli Usa, mentre continua la crescita della Spagna, ora terza. In forte salita l'Egitto e, in percentuale, la Cina.

 

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Fonte foto: agi

 

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