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“La libertà dell’artista è grande quanto la sua responsabilità”, così Michelangelo Pistoletto definisce il ruolo dell’artista nel documentario di Daniele Segre dedicato al maestro degli specchi, che lo scorso venerdì 1 novembre ha dato il via alla Contemporaryart week, la settimana in cui Torino è capitale delle arti contemporanee. E la responsabilità di essere una capitale dell’arte pesa, se è vera l’affermazione di Adam Ferguson, uno dei padri dell’illuminismo britannico, secondo cui “il florido stato delle arti è il segnale della interna felicità politica di un popolo”. Pesa perché, in un’epoca avara di felicità, la cultura e l’arte possono fare la serenità di un territorio.

 

Torino si è accesa di arte grazie alle 500 mila sorgenti luminose delle sue Luci d’Artista, entrate nell’immaginario geografico collettivo della città: dalla serie di Fibonacci nel Volo dei Numeri di Mario Merz sulla Mole Antonelliana al Tappeto Volante di Daniel Buren in Piazza Palazzo di Città, fino alle nuove installazioni luminose: “Ice cream light” di Vanessa Safavi (nel video la cerimonia di accensione in Piazza Bodoni) e l’opera di Alfredo Jaar che sulla Biblioteca Nazionale ricorda che “cultura = capitale”. 

 

Una capitale di cultura e un capitale di cultura che, si calcola, frutti a Torino un indotto sul territorio vicino ai quattro milioni di euro, grazie allo sbarco di migliaia di artisti, collezionisti, curatori, creativi, semplici curiosi che per lavoro e per diletto arrivano in città per visitare le fiere del contemporaneo, le gallerie, le mostre nei musei, i festival in corso. Madre della programmazione è Artissima, l’internazionale d’arte contemporanea alla sua ventesima edizione, incoronata dallo Skate’s Art Market Research di New York tra le cinque fiere più importanti al mondo. Sara Cosulich Canarutto, direttrice alla seconda edizione, ha ulteriormente internazionalizzato la fiera portando all’Oval Lingotto 190 gallerie provenienti da 38 Paesi del mondo. Nasce quest’anno il progetto parallelo One Torino: cinque mostre indipendenti ma connesse che portano – tra il Castello di Rivoli, la GAM, la Fondazione Merz, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Palazzo Cavour – 50 artisti e sette autorevoli curatori stranieri. Ad Artissima le gallerie e migliaia di opere, talk ed incontri con artisti, critici, istituzioni museali del contemporaneo italiane e internazionali come la Serpentine e il Louvre, i workshop di ZonArte (progetto di educazione pubblica all’arte coordinato dai dipartimenti educativi dei musei del territorio), un book corner con l’editoria e il giornalismo artistico. Nei tre giorni la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, presieduta da Fulvio Gianaria e accompagnata dal comitato scientifico composto da Nicholas Serota (direttore Tate di Londra), Manuel Borja Villel (direttore del Museo Reina Sofia di Madrid) e da Rudi Fuchs (ex direttore del Museo Stedelijk di Amsterdam), procederà all’acquisizione di nuove opere che andranno ad integrare la collezione in comodato d’uso alla GAM e al Castello di Rivoli, arricchendo ulteriormente il patrimonio dell’arte del territorio. 

A Torino, il culmine della settimana è in programma per la serata di sabato 9 novembre con la Notte delle Arti Contemporanee: centinaia di spazi ospiteranno la creatività del nostro tempo dalle fiere The Others – il progetto espositivo internazionale dedicato all’arte emergente all’interno delle ex Carceri Le Nuove – e dalla nona edizione di Paratissima, all’ex M.O.I. con i suoi “Art games”, alle mostre di One Torino, alla Pinacoteca Agnelli, al PAV, allo Spazio Azimut, a Barriera, al Bunker, alla Fondazione 107 insieme alle decine di gallerie della città che resteranno aperte oltre la mezzanotte fino a Club to Club #C2C13, il festival internazionale di musica e cultura elettronica dislocato tra il 7 e il 10 novembre tra il Teatro Carignano, le OGR, Hiroshima Mon Amour e il Lingotto Fiere.

 

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