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Percorsi ciclabili e pedonali, mobilità condivisa, infomobilità e altre soluzioni conterranno le emissioni dei tragitti casa-scuola e casa-lavoro. Premiate innovazione e integrazione

Il Ministero dell’Ambiente finanzierà progetti finalizzati a implementare la mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro nelle città o nei raggruppamenti di Comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti. I 164 milioni di euro stanziati finanzieranno 81 progetti lungo tutta la penisola e innescheranno pratiche virtuose volte a contrastare il congestionamento del traffico urbano e il degrado della qualità dell’aria.

Gli interventi rientrano nel "Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro" che, in linea con gli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni di gas serra derivanti dal settore dei trasporti e come indicato nel decreto di riferimento n. 208/2016, punta a incentivare “scelte di mobilità urbana alternative all’automobile privata, anche al fine di ridurre il traffico, l’inquinamento e la sosta degli autoveicoli in prossimità degli istituti scolastici e delle sedi di lavoro”. L’obiettivo prioritario, quindi, è lavorare per ridurre le emissioni derivanti dalle fonti mobili, dando priorità alle aree urbane nelle quali le concentrazioni degli inquinanti superino i limiti di legge.

Al Ministero dell’Ambiente sono pervenute 114 richieste di finanziamento per un totale complessivo di 483 enti locali coinvolti. Le istanze sono state valutate da una Commissione costituita ad hoc che ha fissato una soglia di punteggio per l’ammissibilità a finanziamento e stilato la graduatoria sulla base dei criteri e dei parametri previsti dal decreto istitutivo. Sono stati infatti considerati e pesati aspetti squisitamente tecnici come la fattibilità e le caratteristiche tecniche del progetto, il quadro economico e la copertura finanziaria, l’eventuale coinvolgimento di soggetti terzi, la strategia di comunicazione e il monitoraggio, ma anche ovviamente i benefici ambientali attesi, il grado di innovazione delle azioni proposte e il livello di integrazione con altre azioni già poste in essere sul territorio.

Gli interventi giudicati ammissibili riguarderanno percorsi ciclabili e pedonali, servizi di mobilità condivisa (car, bike e scooter sharing), opere per l’integrazione modale (parcheggi, ciclostazioni), sistemi di trasporto collettivo, mobility management, sistemi ITS per l’infomobilità, servizi di accompagnamento e sistemi di moderazione del traffico.

“Promuovendo e finanziando pratiche come l'uso della bicicletta, il bike sharing, il car pooling, la mobilità elettrica collettiva, l'introduzione di mobility manager nelle amministrazioni pubbliche e nelle aziende si punta a qualificare la cultura della mobilità, a migliorare la qualità della vita e dell'aria nelle città e a ridurre le emissioni di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici” ha affermato il Ministro dell'Ambiente Sergio Costa.

Telelelavoro e smart working sono strumenti indubbiamente utili per ridurre gli spostamenti e contenere le emissioni – regolarmente, se le politiche aziendali prevedono una calendarizzazione di queste giornate, o saltuariamente, in casi eccezionali come lo sciopero dei mezzi pubblici, il superamento delle soglie previste per il PM10 o il recente caso del Coronavirus – ma riguardano unicamente il percorso casa-lavoro e, di fatto, aggirano il problema senza risolverlo. Lavorare per rendere la mobilità urbana più sostenibile, invece, è un intervento strutturale che migliora qualunque tipo di spostamento, portando le persone a muoversi in maniera più rispettosa dell’ambiente e allo stesso tempo a fare bene alla propria salute, favorendo il contrasto di tutti quei problemi che derivano proprio dalla vita sedentaria.

L’elenco completo degli enti locali che hanno ottenuto il finanziamento è disponibile sul sito del Ministero dell’Ambiente.

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