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Secondo uno studio della Camera di Commercio di Monza e Brianza, gli hotel rinomati aggiungono valore ai brand territoriali: 300 milioni da Villa d’Este a Cernobbio

 

Può un albergo portare un valore aggiunto al territorio in cui si trova, con un’apparente inversione dei ruoli tra cause ed effetti? Può, eccome, a quanto risulta da un’indagine dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza che, per il progetto Economic Reputation Index, ha provato a calcolare quanto “valore aggiunto”, in termini economici, può trarre un territorio dalla presenza di un noto albergo.

Il ct della nazionale nipponica scelto dall’Enit per promuovere il nostro Paese alla Fiera del Turismo di Tokyo: “La nostra capacità di ospitare i turisti è proverbiale”. Babbi: “Un mercato che vale 600 milioni di euro”

 

L’Italia ha trovato un testimonial di prestigio per promuovere il turismo nostrano in Giappone: Alberto Zaccheroni. L’allenatore romagnolo, dal 2010 commissario tecnico della nazionale nipponica, è stato infatti scelto dall’Enit come testimonial del nostro potenziale turistico nel Paese del Sol Levante.

Più stranieri, meno italiani: è il bilancio dell’estate turistica italiana, ed è anche il bilancio della Sicilia. La stagione ancora non è terminata, ma le prime analisi offrono già diversi spunti di riflessione, tanto a livello nazionale quanto locale, e anche in Sicilia il trend è lo stesso: incremento di presenze dall’estero, calo di viaggiatori italiani.

"Se Roma vuole uscire dalla crisi deve puntare tutto sul turismo, con un'offerta che non sia solo arte e archeologia": a dirlo è Giancarlo Cremonesi, presidente della Camera di Commercio capitolina.

In un'intervista per affaritaliani.it, Cremonesi tratteggia un quadro "avvilente" di Roma: "Il commercio è distrutto, l'edilizia è ferma. In questa città non c'è rimasto altro che il turismo. Solo un sano ripensamento dell'offerta può salvare la nostra economia".

L’evento scatenante fu senza dubbio il disastro della Costa Concordia, schiantatasi all’Isola del Giglio nel gennaio 2012. Da allora, la discussione sulle misure per impedire che i giganti del mare si avvicinino troppo alle coste, con i pericolosi “inchini”, non si è mai arrestata, soprattutto in Italia, e si è maturata la consapevolezza che misure amministrative e legislative per fermare questa rischiosa pratica non sono più rimandabili.

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